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Dom, Dic
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Progetto Casa Mundi per i profughi siriani

Dai gruppi
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Prende confidenza, giorno per giorno, con la sua nuova vita, la famiglia Al Bacher che, dalla metà di maggio, è nichelinese.

Arrivati a Roma, grazie a un corridoio umanitario attivato dalla Comunità di Sant’Egidio e al progetto avviato dalla parrocchia Maria Regina Mundi, mamma Hanan e papà Abdullah, con i loro 5 bambini, hanno lasciato il campo profughi greco, dove è nata la figlia più piccola, apolide, perché venuta al mondo senza cittadinanza, in una terra di nessuno. L’arrivo a Roma, all’aeroporto di Fiumicino, da Atene, con i profughi di altri paesi, che a casa hanno subito la guerra e conosciuto la violenza, è la prima tappa per avere un Paese in cui crescere. “Ricevere il permesso di accedere al corridoio umanitario, e poter lasciare un campo profughi, significa ricevere il permesso di avere un futuro, di vivere, di esistere”, considera Don Mario, parroco della chiesa di via dei Martiri.

Per la famiglia siriana si è mobilitata la comunità della Crociera, che ha messo in campo energie e capacità, prima per allestire l’alloggio di proprietà della parrocchia, poi per accoglierli e sostenerli, accompagnandoli nel cammino che dovrà portarli a sentirsi cittadini italiani, a tutti gli effetti. Le prime uscite per visitare il quartiere, fare la spesa, ottenere i documenti per l’asilo politico, mangiare un gelato serale, conoscere il campo sportivo e la scuola materna, i giochi all’oratorio con bimbi italiani, ma anche europei, ucraini, asiatici, africani. Tra una pizza con il gruppo della parrocchia, una gita a Torino, per scoprire una città che ai loro occhi rievoca la città antica di Damasco, Hanan e Abdullah raccontano pezzi della loro storia, condividono ricordi e dolori, la guerra e la fuga a piedi dalla Siria, la tappa in Turchia e la traversata verso la Grecia, su una barca di fortuna. E poi ancora l’anno nel campo profughi di Moria, a Lesbo, su cui ha ripetutamente richiamato l’attenzione Papa Francesco, e il secondo anno in quello di Eleonas, vicino ad Atene, dove la famiglia Al Bacher è stata individuata dalla Sant’Egidio per essere accolta a Nichelino.

Fin dai primi giorni grandi e piccoli, in età scolare, studiano italiano. Anche i quattro bambini più grandi parlano inglese e la voglia di imparare e conoscere li avvicina ogni giorno al loro nuovo mondo. È strano e commovente vedere lo sguardo e l’eccitazione di un uomo che ritrova echi di casa sua nella sua nuova casa e osservare i figli che vedono attraverso gli occhi del padre la casa che non hanno mai visto”, commenta il parroco, ripensando alla Torino che rievoca Damasco.

Alla pagina “Diario di bordo”, del sito della parrocchia Regina Mundi, Don Mario racconta le giornate a Nichelino. “Tutto normale. Niente di speciale - sorride il prete - Tutto straordinario. Niente di scontato”.

Questo il link a cui collegarsi per scoprire quanta gioia può riservare ricominciare a vivere: https://www.reginamundinichelino.eu/diariodibordo.html.

Cristina Nebbia