In Piemonte l'impatto dei dazi statunitensi rischia di colpire il cuore dell'industria manifatturiera e agroalimentare regionale.
Secondo l'analisi condotta da ReportAziende.it su dati Istat ed Eurostat aggiornati al 2024, il valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti nei comparti colpiti dalle nuove tariffe supera i 2,8 miliardi di euro. Le aree più vulnerabili sono quelle di Torino e Cuneo, dove si concentrano filiere legate all'automotive, alla meccanica di precisione e ai prodotti agroalimentari certificati.
Il settore auto, che a Torino rappresenta ancora un pilastro industriale, risente fortemente del legame con la domanda americana, in particolare per quanto riguarda la componentistica, l'elettronica di bordo e i sistemi di sicurezza. La meccanica di precisione e gli impianti industriali – attivi in tutta la provincia e nell'alessandrino – esportano verso gli Usa circa il 6% del proprio fatturato complessivo. A Cuneo e Asti, invece, è il comparto agroalimentare Dop a essere sotto osservazione, con prodotti come i formaggi stagionati, i salumi tipici e alcuni vini rossi Docg fortemente penalizzati dal rischio tariffario.
Su scala nazionale, l'Italia esporta verso gli Stati Uniti oltre 70 miliardi di dollari l'anno, pari a circa 63 miliardi di euro. Di questo volume, oltre 30 miliardi sono riferibili a comparti direttamente colpiti dai dazi. Le prime stime indicano che l'effetto immediato dell'applicazione della tariffa potrebbe tradursi in fino a 9 miliardi di euro di perdita diretta, mentre considerando anche le conseguenze su filiere, marginalità, investimenti e consumi, la forchetta complessiva stimata si colloca tra i 18 e i 22 miliardi di euro nel biennio 2025–2026.
Quote export verso Usa per settore (Italia)
Tra i settori maggiormente colpiti figurano il farmaceutico, la meccanica generale, l'automotive, le macchine industriali, il vino e le bevande, la moda e pelletteria, i mobili e arredamento, i metalli e acciaio, e l'elettronica medicale. Il Piemonte è coinvolto trasversalmente in quasi tutte queste categorie, in particolare con le sue filiere produttive integrate e una forte presenza di Pmi esportatrici.
Impatto occupazionale in PiemonteSecondo ReportAziende.it, l'impatto sull'occupazione regionale potrebbe superare i 15.000 posti di lavoro, con effetti visibili già a partire dal quarto trimestre 2025. A livello nazionale, la stima è compresa tra 115.000 e 145.000 posti, con il 75% dell'impatto localizzato nel Nord Italia.
Ripercussioni sui prezzi interni
Oltre alla contrazione degli ordini, si prevede un effetto a catena sul mercato interno, causato dalla saturazione delle scorte e dall'erosione dei margini. In Piemonte, questo si tradurrebbe in un aumento medio dei prezzi al consumo fino al 10% per alcune categorie ad alta specializzazione, tra cui formaggi Dop, salumi stagionati, articoli meccanici di precisione e automotive di fascia intermedia.
"Il Piemonte è storicamente una regione manifatturiera e agroindustriale, con filiere complesse e proiettate verso l'estero. L'esposizione al mercato statunitense è più alta di quanto si creda, anche in settori che non sempre compaiono sotto i riflettori. La nostra analisi segnala un rischio sistemico per le aziende fortemente legate all'export Usa. È necessario predisporre strumenti rapidi di supporto, basati su una comprensione puntuale dei territori e delle filiere coinvolte", afferma il team di Analisi Economico Finanziarie di ReportAziende.it.
L'indagine è basata su dati ufficiali Istat, Comext ed Eurostat aggiornati al biennio 2023–2024