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La grande sfida del Banco Alimentare nella lotta alla povertà

Inchieste
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Chi pensasse a un’associazione di volontariato come a un gruppetto di persone che si trovano più o meno casualmente

con la vaga idea di fare del bene sbaglierebbe di grosso. Magari inizia così, ma se le persone sono determinate e spinte da motivazioni solide, può diventare una realtà capace di incidere nella vita sociale della comunità.

È il caso del Banco Alimentare, nato nel 1989 per volontà di quattro amici che hanno l’idea di replicare in Italia un’esperienza sorta in Spagna. Con il sostegno economico e imprenditoriale del Cav. Danilo Fossati, presidente dell’azienda Star dove lavorano due dei quattro amici, e quello spirituale di Don Luigi Giussani, prendono in affitto un magazzino nel Milanese che diventa il primo nucleo di una struttura destinata presto ad espandersi in tutta Italia.

Oggi il Banco Alimentare è una ODV (Organizzazione di Volontariato) di prim’ordine, costituita da una Fondazione che coordina 21 Organizzazioni Banco Alimentare, le quali coprono quasi tutte le regioni d’Italia. In estrema sintesi è un grande hub che mette in collegamento, da una parte, i potenziali sostenitori e donatori di cibo, dall’altra i bisogni delle persone sul territorio attraverso le strutture caritative che operano in esso.

“Al centro della nostra azione sta la persona - ci dice Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare del Piemonte, con sede a Moncalieri - La persona con i suoi bisogni e le sue necessità. A questi cerchiamo di rispondere anche combattendo lo spreco di cibo, promuovendo l’educazione alimentare, curando la sostenibilità”.

Tra i principali sostenitori vi sono le Istituzioni, in primo luogo il FSE+ (Fondo Sociale Europeo Plus), organismo dell’Unione Europea che, attraverso i Governi nazionali, promuove le politiche sociali e l’inclusività, contribuendo da solo per circa il 50%. Poi vi sono le aziende alimentari e la Grande Distribuzione Organizzata (GDO, ossia supermercati e simili), le mense aziendali e scolastiche con le eccedenze che non vengono consumate. Infine, non bisogna dimenticare la Colletta Alimentare, evento che ogni anno offre la possibilità di donare ai più bisognosi parte della propria spesa presso supermercati o negozi e, al di là dell’effettivo contributo in termini di cibo raccolto nel 2024 in Piemonte 671 tonnellate, 8.754 Kg nella sola città di Nichelino), ha una grande importanza nel sensibilizzare la società civile sul problema della povertà, richiamando ai concetti di condivisione, gratuità e carità.

Il Banco Alimentare non ricerca né rifornisce direttamente le persone bisognose, ma si appoggia alle strutture caritative già presenti sul territorio. Tutte, indipendentemente dalle motivazioni religiose, ideologiche o etiche che le spingono: “Anche se il Banco Alimentare nasce in area cattolica, noi aiutiamo tutti quelli che ce lo chiedono, purché rispettino alcune regole”.

Le regole che il Banco Alimentare si è dato e vuole vedere rispettate dai suoi partner, sono rigorose. Innanzi tutto la qualità e la tracciabilità degli alimenti: “Non vogliamo che le persone che aiutiamo si sentano di serie B - precisa il Presidente Collarino - Il cibo che arriva deve sempre essere sano, integro, non scaduto e la sua provenienza deve essere certa e sicura. Ai partner chiediamo il rispetto degli stessi requisiti”. E qui ci spiega la differenza tra data di scadenza, limite oltre il quale un alimento non può più essere consumato pena il rischio di danni all’organismo, e termine minimo di conservazione (“Da consumare preferibilmente entro…”), limite oltre il quale un alimento è ancora commestibile a patto che non presenti evidenti segni di deterioramento. È un bel contributo all’educazione alimentare e alla lotta contro lo spreco di cibo.

Un’altra regola del Banco Alimentare esige che il cibo donato arrivi a chi ha veramente bisogno. Le strutture caritative non possono in alcun modo lucrare sugli aiuti forniti né distribuirli in base a criteri diversi dall’effettivo bisogno e sono invitate a vigilare sui “furbetti” che potrebbero approfittarne in vari modi, per fortuna sempre di meno.

Infine, ma non ultima, la sicurezza e la competenza di tutti quelli che lavorano per il Banco Alimentare, dipendenti e volontari. Tutti sono formati per le attività che devono svolgere e, quando è il caso, sottoposti agli accertamenti medici previsti dalla legge.

Non solo cibo, però: “A noi arriva veramente di tutto. Un giorno hanno iniziato a mandarci confezioni di alimenti per animali. Abbiamo riflettuto sul fatto che parecchi bisognosi, specialmente anziani soli, hanno un animale da compagnia al quale tengono così tanto da privare sé stessi dell’indispensabile per alimentare loro, così abbiamo cominciato a distribuire anche quelle”. Ma anche detergenti, libri, con tanto di evento di sensibilizzazione al Salone del Libro alcuni anni fa. E giocattoli: ogni anno intorno a Natale, presso la sede di Moncalieri, si tiene la manifestazione Banco Natale, nella quale vengono distribuiti ai bambini bisognosi i giocattoli arrivati nei mesi precedenti.

Il Banco Alimentare del Piemonte raccoglie cibo da 360 supermercati e grandi magazzini, oltre a varie aziende e mense, che ridistribuisce a 569 strutture. Tra queste ultime 6 sono a Nichelino, parrocchie ed associazioni cattoliche ma non solo, dove opera anche un dinamico gruppo di volontari che fanno capo alla Caritas Interparrocchiale ed hanno prestato aiuto, nel 2024, a 1.169 persone, in aumento rispetto all’anno precedente, distribuendo complessivamente 134.860 Kg di cibo (115 Kg per assistito) per un valore stimato di 424.810 € (363 € per assistito).

Un’attività così importante e complessa richiede una struttura logistica di tutto rispetto. Nella sede centrale di Moncalieri lavorano 18 dipendenti fissi e prestano servizio 240 volontari.

Nel suo complesso, il Banco Alimentare del Piemonte ha raccolto 7.500 tonnellate di cibo nel 2024, in flessione rispetto al 2023 (9.400). Ma i primi mesi del 2025 hanno mostrato un’incoraggiante inversione di tendenza e per fine anno si spera di raggiungere le 10.000 tonnellate.

Marco Foglino