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Continua l'inverno demografico

Inchieste
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Ormai da diversi anni l’Italia batte i record di denatalità. I dati Istat relativi al 2024 dicono che le culle si sono ulteriormente svuotate

con circa 10.000 neonati in meno, un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Il trend dura da una trentina d’anni e pare destinato ad accentuarsi, nonostante gli apporti dei flussi migratori dall’estero (anche questi però in diminuzione). 

Crescono in modo esponenziale le ripercussioni in vari settori, a cominciare dal sistema pensionistico, sempre più in affanno nel reggere l’onda d’urto dei “figli del baby boom” degli anni ’60 del secolo scorso che ora si stanno riaffacciando in massa sulla soglia dell’età pensionabile. Una decina di anni fa la “riforma Fornero” aveva cercato di porre un argine, ma ora il problema di ripropone.  

L’aspettativa di vita, per fortuna, è tornata ad aumentare (era scesa, anche se  di poco, ai tempi del Covid). In parallelo le scuole di ogni ordine e grado sono destinate progressivamente a svuotarsi, mentre le nuove classi dell’INPS premono.

Sul numero complessivo delle nascite e sul tasso di fecondità incidono anche altri fattori, come il fortissimo aumento del numero di single e la crescita dell’età media delle partorienti. Il primo figlio arriva in media a 32,6 anni. Il dato più evidente è il crollo delle nascite, ma incide anche la rapida frammentazione dei nuclei familiare: oltre un terzo è formato da una sola persona (all’inizio del millennio corrispondeva ancora a circa un quarto). Oggi le famiglie con figli sono scese sotto il 30%.   

A livello nazionale la diminuzione della popolazione prosegue ininterrottamente dal 2014, leggermente differenziata nelle varie aree della penisola.  L’età media della popolazione è di 46,8 anni.  I bambini sino ai 14 anni non raggiungono il 2% della popolazione, mentre gli over65 sono il 24,7% con un sempre più evidente squilibrio tra popolazione attiva (il 63,4%) e i pensionati.  

E a Nichelino che succede?

Basti dire che nel 1974, cinquant’anni fa, i nati furono 1044. Nel 2004 erano ancora 565, mel 2023, sono precipitati a quota 260 con un saldo naturale tra nascite e decessi costantemente in negativo nell’ultimo decennio. In termini assoluti la popolazione nichelinesi aveva toccato il picco nel 2008 di 49.060 residenti. Dopo lievi oscillazioni in aumento, determinate dagli ultimi insediamenti edilizi di una decina di anni fa, la città ha poi imboccato più decisamente un trend in discesa e adesso sta scendendo sotto quota 46.000 residenti.

Uno dei dati più significativi però e rappresentato dall’indice di vecchiaia, cioè il rapporto percentuale tra il numero degli over65 ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. A Nichelino ci sono 224,2 anziani ogni 100 giovani. È molto preoccupante anche l’indice di dipendenza strutturale che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0 - 14 anni e over 65) su quella attiva (15 -64 anni): stando alle statistiche significa che a Nichelino ci sono 62 individui a carico ogni 100 che lavorano.

Sono davvero lontani i tempi in cui Nichelino era tra le città più giovani d’Italia e nelle scuole c’erano i tripli turni. Adesso quegli ex ragazzi rischiano di finire nelle liste di attesa per un posto in RSA. Come si sottolineava in un articolo di questo giornale il mese scorso, sarà questa una delle questioni principali dei prossimi anni. Questo tipo di problematica non riguarderà solo una ristretta cerchia di persone disabili, perché i numeri dicono che saranno sempre di più gli anziani soli non autosufficienti.

AV