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Dom, Dic
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Gli eserciti che assoldano migranti

Inchieste
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Mentre il nostro Governo plaude ad una sostanziale riduzione degli sbarchi sulle nostre coste, pari quasi al 62% rispetto l'anno precedente,

Grecia e Spagna non possono dire altrettanto, registrando addirittura un aumento del 129% per le isole Canarie

Segno evidente che la stretta sui controlli nel Mediterraneo, compresi quelli sulle vie del mare che portano in Italia, hanno spinto sempre più persone a tentare la rotta atlantica, assai più pericolosa per via delle correnti.

Insomma, i migranti vengono respinti da ogni confine, nessuno li vuole, ci si adopera in respingimenti creativi, ma la disperazione non conosce arresto e questo folla di derelitti va avanti provando rotte nuove con risultati spesso devastanti.

No, non è vero che nessuno li vuole.

Li vogliono gli eserciti in guerra, li assoldano, spesso truffandoli con la promessa di un passaporto o di un permesso di soggiorno- La forza umana che affianca gli eserciti nazionali ad esempio di Israele, Russia, Ucraina, Turchia e Iran attinge sempre più frequentemente a soldati mercenari.

È un reticolo complesso ed intrigante di patti ed accordi, ovviamente non limpidi, tra i diversi organismi della difesa di ogni Stato e i Contractors, cioè le società militari private, fornitrici di manodopera da inviare nelle diverse trincee di guerra

Ma certa manodopera, quella da impegnare nei fronti “caldi”, si cerca tra i disperati dell'Africa Subsahariana, tra i campi profughi della Turchia, tra i popoli con maggiori difficoltà economiche...

Il più noto Security Contractors è sicuramente l'ex Gruppo Wagner, ora rinominato African Korps. Utilizzato dalla Russia sui fronti di Crimea, Libia e Siria, ma operativo anche negli Stati del Mali, Sudan, Niger, Repubblica centrafricana.

La Russia nella sua “Operazione speciale” contro l'Ucraina ha inizialmente utilizzato un gran numero di militari assoldati tra i gruppi etnici di minoranza dell'est del Paese, ed esattamente dalla Buriazia, una regione tra il lago Bajkal e la Mongolia e dal Daghestan in regione caucasica. Il primato dei morti tra i soldati dell'esercito russo spetta a giovani provenienti da queste due regioni. Sono regioni povere e l'arruolamento risulta essere un tentativo di fuga dalla miseria. Di fronte ad uno stipendio medio di 32/40.000 rubli (350/440 euro) a questi militari sono stati promessi fino a 170.000 rubli...proposta difficilmente rinunciabile

Ma di fronte all'alto numero di perdite e al non voler cercare arruolamenti obbligatori tra la popolazione di Mosca e San Pietroburgo, Putin si è rivolto ai Nordcoreani e ha rimpinguato le truppe anche con reclute yemenite. Assolutamente obbligati dal coreano Kim Jong-Un i primi, i secondi sono stati convinti con la promessa di un lavoro ben pagato e la possibile acquisizione della cittadinanza. L'invito ha fatto immediatamente presa su una popolazione afflitta da estrema povertà e da una guerra senza fine in patria.

Inutile dire che entrambi i rinforzi si sono dimostrati totalmente impreparati ad una guerra di trincea in zone a loro sconosciute e soprattutto a temperature mai provate, lasciando sul campo un numero imprecisato di caduti e di disertori, soprattutto nelle file nordcoreane. Ma, ancora, la Russia avrebbe avviato una massiccia campagna di arruolamento in Ruanda, Burundi, Congo e Uganda con la promessa di uno stipendio mensile di 2.200 dollari e un passaporto russo

Sul fronte opposto, anche le forze armate ucraine si sono rivolte all'estero, in particolare al Sud-est asiatico ed esattamente nelle Filippine, Indonesia e Thailandia

Il giornale israeliano Haaretz nel mese di settembre scorso aveva denunciato il reclutamento organizzato di soldati tra i richiedenti asilo africani. In Israele sono presenti circa 30.000 africani, tra cui almeno 3.500 sudanesi. La decisione ha suscitato molte critiche, soprattutto perché si va ad offrire - in cambio - la promessa di un visto permanente sfruttando la disperazione di un'umanità che è fuggita già da un'altra guerra.

Nella guerra civile yemenita gli Emirati Arabi hanno assoldato mercenari dal Sudan, soprattutto dalle regioni più povere del Darfur. Durante le operazioni militari statunitensi in Afghanistan e Irak, Società militari private come Blackwater – oggi conosciuta come Academi – hanno arruolato uomini provenienti dal Nepal, Filippine ed Uganda.

L'ONU ha denunciato il ricorso a strategie di pressione ingannevoli, quali la promessa di un'amnistia o la grazia se soggetti a condanne e il risarcimento per loro e le loro famiglie.

Già dal 1989 la Convenzione Internazionale si è espressa contro il reclutamento, il finanziamento, l'addestramento e l'utilizzo di mercenari. Ci è chiaro che questo pronunciamento presenta dei limiti enormi se non altro perché non è stato ratificato da molti Stati importanti inclusi Stati Uniti e Regno Unito, grandi utilizzatori di mercenari,

È sicuramente vero che si è in presenza di un vuoto normativo che facilita il comportamento disinvolto e sfuggente alle leggi, delle Società private soprattutto quando si trovano ad operare in territori con Governi “fantoccio”.

Quando la fame ti sfinisce e il bisogno di trovare un posto dove stare, in un mondo che ti rifiuta cos'altro ti rimane da fare, se non tentare? È una dannata “roulette”, lo sanno i mercanti di morte in questo mondo che vede incredibilmente moltiplicare i fuochi di guerra che, insieme, innescano fughe migratorie. Sanno che i disperati non mancheranno mai.

Può essere davvero solo questa l'unica porta che si apre verso il riconoscimento di esistere?

Patrizia Ferrara