L’invecchiamento è un processo fisiologico e graduale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera i 65 anni
come la soglia dell’età senile, ma è un’indicazione flessibile che dipende dallo stile di vita individuale e dal contesto socio-culturale. In Italia, secondo le stime ISTAT, l’aspettativa di vita si attesta intorno agli 83 anni. Gli over 65 rappresentano il 25% della popolazione, cosa che orienta istituzioni e politiche governative verso iniziative di promozione di un invecchiamento sano e attivo.
A tutte le età, il benessere passa da uno stile di vita corretto, caratterizzato da una dieta equilibrata, attività fisica regolare e l’impegno in attività in linea con le inclinazioni individuali. La terza età può comportare nuove sfide sociali, fisiche ed emotive, che richiedono l’abbandono di abitudini e automatismi, con uno sforzo in termini di flessibilità.
La ricerca scientifica evidenzia come flessibilità, memoria e attenzione siano le componenti cognitive più influenzate dall’invecchiamento, con ripercussioni nella gestione del quotidiano. Il fisiologico processo di invecchiamento interessa anche l’abilità comunicativa, cruciale per le relazioni interpersonali. Comunicare è un’attività complessa, che implica condividere significati. Sebbene quello verbale, del linguaggio, sia il mezzo comunicativo più comune, intenzioni e significati sono veicolati anche da sguardo, gesti, postura e tono della voce. L’impiego dei gesti, il riconoscimento del tono emotivo, l’aderenza al contesto comunicativo sembrano subire un declino fisiologico con l’invecchiamento, mentre aspetti più prettamente linguistici sembrano rimanere stabili. A evidenziarlo è un recente studio di Hilviu e colleghi (2022), pubblicato sulla rivista scientifica BMC Geriatrics.
OVER 65
Le modifiche legate all’invecchiamento possono essere impercettibili per alcuni e ad alto impatto per altri, con il rischio di assistere alla comparsa di vissuti di fragilità e isolamento, associati alla riduzione dell’interazione sociale e al calo della qualità di vita. Proprio a favore della vita sociale, durante la pandemia è aumentato l’uso di canali comunicativi digitali (e-mail, WhatsApp, Facebook), che hanno permesso di ovviare al necessario distanziamento sociale, superando le distanze fisiche imposte, e favorendo un più rapido accesso alle informazioni e una più agile interazione con figure professionali. Nonostante il clichè che suggerisce un ridotto accesso alle tecnologie tra gli over65, dati recenti mostrano una loro crescente variabilità nel ricorso a canali digitali: c’è chi oppone resistenza e chi invece fa di necessità virtù e ne coglie le potenzialità. In un contesto di supporto all’invecchiamento attivo, si coglie dunque l’urgenza di promuovere iniziative che stimolino e potenzino la comunicazione in tutte le sue forme: da quelle più suscettibili di declino con l’età, a quelle più innovative.
RICERCA SUL CAMPO
Il gruppo di ricerca GIPSI, coordinato dalla prof.ssa F.M. Bosco, presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, è da tempo impegnato nello studio dell’invecchiamento a livello cognitivo e comunicativo, in un progetto finanziato della Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del Bando IdeeAre. I principali obiettivi del progetto sono analizzare come cambi l’abilità comunicativa con l’avanzare dell’età e sviluppare interventi per contrastarne il declino. A tal fine, è stato creato il Trattamento Cognitivo Pragmatico Avanzato, un training per potenziare la comunicazione nell’invecchiamento sano.
I risultati relativi ai primi 20 partecipanti sono promettenti e indicano significativi e stabili miglioramenti nell’abilità comunicativa. Tali risultati sono stati presentati a XPRAGX (10th Biennial meeting of Experimental Pragmatics), una conferenza internazionale tenutasi a Parigi a settembre. Si stanno ora analizzando i nuovi dati disponibili, con l’obiettivo di confermare l’efficacia su un campione più ampio e rendere il training accessibile sul territorio locale.
Diversi enti promotori di invecchiamento attivo hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, tra cui l’Associazione A.S.V.A.D., che promuove la conoscenza sulle patologie neurodegenerative legate all’invecchiamento e sostiene i caregiver. Un altro partner è l’UniTre di Nichelino, con cui la sinergia si è fatta più stretta in anni recenti, grazie al corso “Comunicare: come funziona e a cosa serve” che, ormai alla sua seconda edizione, è tenuto da due membri dello stesso gruppo GIPSI, la sottoscritta Ilaria Gabbatore (psicologa e psicoterapeuta) e Ilaria Traetta (psicologa e dottoranda).
E la ricerca continua!
Cerchiamo, infatti, volontari per costituire un gruppo di controllo, che si riunirà una volta a settimana per sessioni di socializzazione in una caffetteria, con colazione o merenda offerte dal progetto. Questo gruppo è tanto importante quanto quello di training, poiché permette un raffronto cruciale per determinare l’efficacia dell’intervento.
Per maggiori informazioni e per partecipare al progetto: Dott.ssa Emanuela Cardullo, tel. 393 0676705 – Mail:
Ilaria Gabbatore e Emanuela Cardullo
Gruppo di ricerca GIPSI