I recenti dati raccolti dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo confermano che lo smartphone è diventato “un componente sempre più invasivo nella relazione tra genitori e figli, a partire dalla più tenera età”.
Non solo ai bambini di sei/sette anni viene direttamente affidato un cellulare, ma quest’ultimo è diventato anche il principale strumento di intrattenimento dei neonati da parte dei genitori.
Nell’indagine si rileva che “nella fascia di età tra 0-4 anni, oltre la metà dei genitori usa lo smartphone durante le poppate o per lo svezzamento, e il 64 per cento intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno”. Il 36% dei genitori non racconta mai a voce favole ai propri figli, ma lo fa attraverso app.
Nel commentare questi dati il prof. Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Dipendenze Tecnologiche sottolinea come “la relazione madre-figlio, già nei primi momenti dell’allattamento, abbia un valore fondamentale nello sviluppo psico-emotivo del bambino”. Per cercare di calmare il pianto del bambino il 41% degli intervistati ammetti di far ricorso allo smartphone, senza nemmeno tentare altre strade. “Se a un bambino che piange metto sempre lo schermo davanti gli faccio un torto. perché non gli insegno a gestire la frustrazione”, spiega il prof. Lavenia in un’intervista a Tempi on-line. “Daresti la macchina a un bambino di 10 anni? No. Uno smartphone è pericoloso come una macchina o un coltello”, aggiunge lo psicologo e psicoterapeuta che è tra massimi esperti italiani di cyberbullismo.
Se un tempo il principale strumento era la TV, a questa si sono sostituiti o aggiunti telefonini e tablet. Le percentuali aumentano con l’età. Nella fascia 4-9 anni, il 91% dei genitori utilizza abitualmente dispositivi elettronici per intrattenere i figli durante il giorno, il 46% per cento anche durante i pasti e il 39% prima di metterli a letto. Nella fascia 9-14 anni le percentuali raggiungono dimensioni bulgare: il 97% dei ragazzi dichiara di utilizzare lo smartphone durante la giornata e ben il 57% preferisce restare a casa per intrattenersi con i videogiochi o con i social piuttosto che uscire per fare sport o attività all’aria aperta. Con il passare del tempo questa situazione è destinata a creare pesanti ripercussioni negative sia sulla salute fisica che su quella psichica.
Fino ad ora non hanno sortito effetti gli appelli dell’Unesco che consiglia vivamente di vietare gli smartphone a scuola per favorire l’apprendimento e proteggere gli studenti dal cyberbullismo. È ormai dimostrato che l’uso improprio ed eccessivo del cellulare provoca un rendimento scolastico nettamente inferiore alla media con effetti deleteri nella sfera emotiva.