Gli specialisti del Centro di Conservazione e restauro “La Venaria Reale” di Torino in questi mesi stanno lavorando al ripristino della lastre della pavimentazione della Basilica del Santo Sepolcro,
proprio attorno alla tomba che, secondo la tradizione, da quasi due millenni richiama a Gerusalemme generazioni di pellegrini. Ai lavori di restauro è abbinata una missione archeologica dell’Università di Roma Sapienza, guidata dalla professoressa Francesca Romana Stasolla, docente di Archeologia cristiana e medievale.
La campagna di scavi ha già fornito moltissimi dati ancora in fase di studio che permetteranno di capire meglio non solo le varie fasi della costruzione dell’attuale basilica di epoca costantiniana, ma anche la conformazione del sito nei periodi precedenti.
“I lavori – ha spiegato la professoressa Stasolla – hanno consentito di rivenire l’articolazione paleocristiana della sistemazione dell’Edicola. In sostanza abbiamo un’idea più precisa della situazione precedente a Costantino e della seguente monumentalizzazione del Sepolcro. Questo è un dato importante, perché finora c’erano delle ipotesi fondate soprattutto sulle fonti scritte; ora cominciamo ad avere dati archeologici importanti. Al complesso della Rotonda, così come è stato descritto dalla pellegrina Egeria, si arriva in fasi successive, e certamente alla fine del IV secolo”.
Secondo la tradizione Elena, la madre dell’imperatore Costantino, si recò a Gerusalemme nell’anno 326 in cerca del luogo dove si trovava la tomba (vuota) di Gesù. Per cancellarne la memoria l’imperatore Adriano aveva fatto erigere un tempio dedicato a Giove e Venere nella città completamente ricostruita dai romani con il nuovo nome di Aelia Capitolina. Prima ancora, fuori dalle mura, c’erano alcuni lotti di terreno agricolo divisi tra loro da muretti a secco (ritrovati negli scavi) e una cava dismessa. Secondo gli archeologi il sito era anche utilizzato come area di sepoltura.
Oltre ad una serie di particolari che collimano con la narrazione contenuta nei Vangeli e in altre fonti letterarie, l’archeologia è sempre più orientata nel sostenere che il luogo fosse già frequentato da pellegrini a partire dal I secolo, prima della costruzione della basilica costantiniana e addirittura prima della distruzione di Gerusalemme avvenuta nel 70 d.C.