14
Dom, Dic
97 New Articles

Un'opportunità per il lavoro dei disabili

Inchieste
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

In un mercato del lavoro che è sempre più difficile ed ingarbugliato c’è chi ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo

e di occuparsi di chi, per diversi motivi, ha difficoltà oggettive nell’inserimento lavorativo. In questo nostro mondo le persone con invalidità si trovano ad affrontare ostacoli quotidianamente, in una società troppo spesso maleducata ed irrispettosa dei problemi altrui. Fortunatamente però c’è chi cerca di dare risposte concrete e tangibili. Così abbiamo intervistato Renzo Marcato, fondatore di Abile Job, società di ricerca di personale con invalidità.

Com’è nata Abile Job?
Dopo un’esperienza quasi trentennale presso un’azienda di cosmetica, occupando una posizione di rilevanza del settore del personale ed occupandomi di inclusione sociale (inserimento di personale autistico, migranti, ex detenuti, etc.), ho sentito il bisogno di andare oltre, perché tutto questo non mi bastava. Così, nacque l’idea di cercare di colmare il piccolo gap tra il mondo delle imprese e le persone in cerca di lavoro, soprattutto quelle che sono iscritte alle liste di collocamento mirato. In Italia c’è una legge, la 68/99 che le imprese fanno fatica ad assolvere per tutta una serie di motivi. Alla fine del 2016, dopo una consultazione familiare, ho fondato con un socio di capitale un’agenzia che si occupasse di questo con imprinting sociale puntando sul valore delle persone”.

Qual è il vostro ruolo precisamente?
Ci occupiamo di collocamento mirato solo di persone con invalidità certificata, mettendo in relazione imprese e persone, per facilitarne l’inserimento lavorativo, utilizzando strumenti che consentano un’integrazione completa e la crescita culturale nei confronti della disabilità e del disagio sociale. Lavoriamo con criteri di economia civile, mettendo al centro la persona e poi il guadagno. Poiché crediamo nella unicità delle persone, cerchiamo di valorizzare le competenze di ciascuno di loro migliorando il dialogo tra imprese, istituzioni e associazioni in modo da agevolare così l’inclusione, riducendo i costi sociali. Quando si incontrano queste persone si genera conoscenza, relazione, rete e ci permette di entrare in una modalità di rispetto verso di esse.”

Quali sono gli obiettivi futuri?
Grazie alla tecnologia, siamo operativi su tutto il territorio nazionale. Quello che si pensa di fare è replicare anche dal punto di vista fisico la presenza di Abile job nelle principali città italiane. Lavorare ancor di più su imprese e sulle loro persone, tramite workshop, in modo da creare così ambienti di lavoro migliori. Vogliamo aumentare la replicabilità dei progetti: quello di Leroy Merlin, con l’inserimento di personale autistico e down, nato per la sede di Moncalieri e Fiumicino, ora è esteso a tutta l’Italia con l’ausilio di risorse locali, associazioni ed istituzioni. In sostanza, vogliamo mettere in piedi progetti simili che si sostengano da soli”.

Cosa rimane in seguito all’incontro con queste persone uniche sia dal punto di vista umano che professionale?
Ogni volta che incontriamo una di queste persone impariamo qualcosa. Esse passano attraverso momenti difficili, diversi uno dall’altro, ed hanno una forte resilienza, una forte determinazione, acquisendo un senso della loro esistenza che è un valore aggiunto per chi le assume”.

Immaginiamo che ce ne siano parecchie di belle storie da raccontare …
Provo a descrivere due casi interessanti e significativi. Il primo è legato ad un progetto nella grande distribuzione con l’inserimento di una persona con un disturbo dello spettro autistico. Dopo il primo colloquio, il direttore dell’azienda non era assolutamente convinto poiché la prima impressione ricevuta di questa persona è che non fosse adatta all’attività da svolgere alle casse automatiche. Grazie ad un team composto da un tutor interno ed uno esterno che hanno affiancato la ragazza durante il tirocinio, il risultato è stato esaltante. Non solo questa persona è diventata cassiera alle casse ordinarie, ma si è integrata perfettamente con il resto del personale e ha migliorato anche l’approccio verso i clienti. La sua trasformazione non è stata solo a livello professionale ma anche umano: adesso desidera prendere la patente ed andare a vivere da sola. È stato un lavoro di squadra fantastico. Come secondo esempio, vorrei parlare dell’inserimento di un ragazzo con invalidità di tipo intellettivo, ma con un forte passione per la finanza, presso un istituto bancario. La banca non aveva mai inserito una persona con queste caratteristiche, ma ha creduto nel progetto e, quando ha iniziato a lavorare, il ragazzo si è fatto apprezzare sia dal punto di vista professionale sia umano. Dopo lo stage, è stato assunto con contratto a tempo indeterminato. Aggiungerei che l’inserimento di queste persone arricchisce anche coloro che lavorano assieme ad esse, migliorando l’ambiente lavorativo e l’approccio verso la clientela”.

Un’ultima domanda: cosa si sta facendo con le istituzioni pubbliche, in particolare all’interno dei Comuni?
Insieme al comune di Moncalieri, il Centro per l’Impiego e l’associazione “Il Riccio”, è iniziato un progetto che si chiama Job Station: otto persone con disturbi di tipo cognitivo ed autistico lavorano in remoto ed in rete con aziende del territorio (interessate ad un possibile inserimento nel loro organigramma) con risultati eccellenti. A breve, il progetto verrà replicato con il Comune di Nichelino in collaborazione con l’associazione “Il Raggio di Sole”.

Giuseppe Odetto