Se si togliesse la parte agricola, rimarrebbe sì quel capolavoro barocco che è la Palazzina di Caccia, ma
Stupinigi perderebbe molto del suo fascino. E’ la campagna che la circonda che la rende unica: un armonico disegno concepito dallo Juvarra in cui si inseriscono boschi e campi coltivati, strade che si intersecano, rondò, canali per l’irrigazione.
“L’unicum” è proprio tutto quello che c’è attorno e che c’è dietro alla Palazzina Questo lato della medaglia emerge già nel vialone centrale con la corona di cascinali (poderi Sant’Ippolito, San Giovanni, San Giuseppe, San Luigi…). Purtroppo queste costruzioni, oggi di proprietà della Regione Piemonte, non versano in buone condizioni e conservano solo parzialmente la loro vocazione agricola, al punto che se non si interviene con urgenza sono destinate ad andare in rovina.
Per cogliere appieno quest’altra dimensione di Stupinigi occorre addentrarsi nel parco, a piedi o in bicicletta, percorrere le antiche rotte di caccia dove la boscaglia è intervallata da prati, campi di grano e mais, pioppeti. Quasi la metà della superficie del parco è costituita da aree coltivate, mentre il 28% è bosco ceduo e il 10% pioppeto.
Ci sono altri cascinali all’interno del parco, distribuito sul territorio di diversi Comuni (Nichelino. Vinovo, Candiolo, Orbassano, Beinasco, None).
ROTTA CHISOLA
Seguendo il rettilineo centrale dell’ex statale per Pinerolo sulla sinistra troviamo Vicomanino, un cascinale con una storia un po’ particolare, perché qui nell’Ottocento venne allestito il “serraglio reale” con la presenza di molti cervi e cinghiali, ma anche di diverse specie di animali esotici tra cui leoni, canguri e gazzelle. Qui concluse i suoi giorni il famoso elefante Fritz, dono del vicere d’Egitto ai Savoia. A lato si può vedere la costruzione della “fagianaia”, utilizzata in passato per l’allevamento di fagiani da immettere nella riserva di caccia e la casa dei guardiacaccia, oggi trasformata in un grazioso B&B. Poco più in là, isolato in mezzo ai campi, sorge il piccolo santuario mariano di Vicomanino, edificato nel 1817 sul sito di un preesistente pilone, come ex voto dei sopravvissuti ad una terribile epidemia.
Resta fiorente tutto intorno l’attività agricola. Di anno in anno accanto alle colture tradizionali si alternano quelle innovative e sperimentali: soia, girasoli e qualche volta persino campi di lavanda.
Procedendo, sempre sulla sinistra del rettilineo troviamo la cascina Piniere, in territorio di Candiolo. Anche questo cascinale fu uno dei possedimenti donati nel XVI secolo all’Ordine Mauriziano. Grandi distese di campi, qualche anno fa è stata avviata un’esperienza di fattoria didattica, aperta alle scuole. Questa zona di parco, lungo la rotta Chisola, è stata una delle ultime ad essere aperte al pubblico e presenta scorci inediti. La convivenza tra visitatori e colture agricole non è sempre facile; non sono mancati purtroppo episodi di vandalismo e di scarso rispetto per il lavoro agricolo.
ROTTA NICCOLÒ
Sulla destra del rettileneo centrale si scorge a un certo punto il cascinale di Parpaglia, inconfondile per la torre circolare dell’antico castello medievale che si erge nelle vicinanze e che sta malauguratamente andando in rovina. E’ raggiungibile anche attraverso il suggestivo percorso sterrato di rotta Nicolò (una delle più lunghe del parco). Le origini di questo insediamento agricolo si perdono nella notte dei tempi. Secondo alcune ipotesi venne avviato dai Cavalieri Gerosolomitani nel Trecento; passò poi ai nobili Revigliasco e ai conti Parpaglia per confluire infine nei possedimenti dell’Ordine Mauriziano. All’inizio dell’Ottocento la tenuta di Parpaglia appartenne per un certo periodo agli avi della famiglia Agnelli, i fondatori della FIAT. Oggi è un punto di eccellenza nella produzione zootecnica e cerealicola.
Attorno a questi cascinali, immersi nel verde del parco, è possibile contemplare nella stagione della mietitura spettacolari campi di grano. E’ il grano di Stupinigi, una filiera di qualità che negli ultimi anni un gruppo di coraggiosi produttori locali sta cercando di valorizzare.
VERSO ORBASSANO
Attraversando longitudinalmente il parco, in direzione di Orbassano, incontriamo la cascina Bozzalla, adiacente alla costruzione conosciuta come “Ristorante Le Cascine” che da qualche anno ha cessato l’attività; i locali ospitano ora una struttura educativa privata. Nella cascina Bozzalla, oltre alla produzione cerealicola si allevano cavalli. Poco distante, sulla strada provinciale, c’è la cascina Chiabotto del Beccaio (così un tempo si chiamava il macellaio) e più avanti la Gorgia, raggiungibile anche attraverso il parco (rotta Commandeur e rotta Palmera).
Anche questa cascina, in territorio di Orbassano, ha origini molto antiche. Fondata verso la fine del Quattrocento da tal Pietro Gorgia, era un punto nevralgico della rete di canali di irrigazione (bealere) che attraversa il parco di Stupinigi. Ancora oggi l’acqua non arriva dal Sangone, ma dalla Dora Riparia mediante un complesso sistema idraulico, sicuramente ingegnoso ed ardito nell’epoca in cui venne realizzato. Divenuta parte integrante della commenda Mauriziana il grande cascinale Gorgia, dopo la parentesi epoca napoleonica, ebbe diversi passaggi di proprietà per poi rientrare nel patrimonio immobiliare dell’Ordine ed infine dal 2010, come l’intero parco di Stupinigi, in quello della Regione Piemonte. Oggi, oltre alle produzioni agricole tradizionali, la Gorgia ospita un’avviata attività di agriturismo, particolarmente amata dai bambini per la presenza di molti animali, con fattoria didattica e possibilità di gite in carrozza, nonché un presidio Slow Food del sedano rosso.
Possiamo concludere questo piccolo tour virtuale alla scoperta dell’anima agricola di Stupinigi a San Dalmazzo, frazione di None, alla punta estrema, già oltre i confini ufficiali del parco. Fiorente borgo agricolo, era chiamato nel circondario “l’ ciuchè d’bosch”, il campanile di legno, perché una volta tanti e tanti anni fa un fulmine si abbatté sulla chiesetta della borgata. Cadde il campanile in muratura e per un po’ ce ne fu al suo posto uno di legno.