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Dom, Dic
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Ci si affida a telecamere ed antifurti

Inchieste
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Tutti chiedono più controlli, più sorveglianza, più telecamere, in poche parole più sicurezza sul territorio.
Ma c'è di più: sempre più spesso la paura di uscire di casa è associata alla paura di stare in casa. “Ultimamente la gente ci sta chiedendo di allargare la copertura degli impianti – conferma Antonio Milani, della ditta SAFE, che a Nichelino ha iniziato ad occuparsi di antifurti una trentina di anni fa – Il boom è stato nei decenni '90 e 2000, ma allora tutti si preoccupavano di proteggere l'alloggio quando erano fuori casa. Adesso invece cercano qualcosa che stia in funzione anche quando sono dentro, di notte e anche di giorno”.

Temono furti, ma soprattutto truffe, aggressioni e intrusioni a vario titolo all'interno dell'abitazione.

Paure che hanno un fondamento. L'area torinese – e Nichelino non fa eccezione – è una di quelle dove negli ultimi anni sono maggiormente cresciuti i furti negli appartamenti con picchi che culminano in occasione di veri e propri raid, come quello in zona Sangone nell'autunno scorso. Senza contare le incursioni di falsi addetti del gas, falsi esattori e persino falsi vigili o carabinieri. Sull'onda dei fatti di cronaca si aggiunge una componente di psicosi collettiva, perché “non si è più sicuri nemmeno a casa propria”.

“Da giovane lavoravo da Antonioli – ricorda Antonio Milani – e c'era la corsa a nuovi modelli di serrature di sicurezza, sempre più a prova di scasso”. Oggi la sfida guardia/ladri si è spostata nel settore dell'elettronica e delle nuove tecnologie. Ma una sirena che suona rischia di passare inosservata, senza che nessuno si allarmi più di tanto, e quindi ecco tutta una nuova gamma di impianti di videosorveglianza, telecamere sempre più sofisticate e dispositivi antintrusione con tanto di app per smartphone. “Molto richiesti i servizi di collegamento con centrale operativa, con pronto intervento 24 ore su 24”, aggiunge Milani.

Tramontata la moda delle “ronde”, sta prendendo piede il “Controllo di vicinato”: gruppi di cittadini, vicini di casa, che si organizzano per segnalare i movimenti anomali nel quartiere, scambiarsi informazioni anche tramite facebook e wathsapp e intervenire in caso di allarme proveniente da uno dei componenti del gruppo. In alcuni Comuni il sistema sta dando buoni risultati perché, come recita un antico proverbio giapponese, “Non puoi pensare che la tua casa sia sicura se non lo sono anche le strade del tuo villaggio”.