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Dom, Dic
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Perché pregare è necessario

Grani di sale
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A Pisa, nobile città della cultura italiana, Angelo Menciassi era un insigne professore di Teologia all’Istituto Teologico di Santa Caterina. Anch’io sono tributario della Città che Dante mandò all’inferno definendola “vituperio delle genti”. A me però non vituperò affatto la città della torre pendente con la Sapienza che distribuiva il mio caro professor Menciassi, visto che fui anch’io suo allievo dalla pagella appena sufficiente… prima infatti pilotavo aeroplani.
Vissi a Pisa negli anni ’50 del secolo scorso per gli studi di Filosofia e Teologia. A Pisa mi beavo assai, contemplando le opere che ingioiellano la Piazza dei Miracoli (il duomo, il battistero e il celebre campanile), sempre giovani e belle, costruite ottocento anni fa, vanto dei pisani, nonostante la rabbia dantesca. Poco distante c’è la piazza intitolata ai Cavalieri che andavano in Palestina a liberare il Sacro Sepolcro, c’è appunto l’istituto seminaristico di Santa Caterina che conosco bene e c’è anche la Scuola Universitaria Superiore di S. Anna. All’ingresso di questa prestigiosa scuola pisana c’è una lapide con su scritto: “Questa è la Casa della Sapienza che trascende il cielo e la terra, perché discende da Dio, Ottimo e Massimo”.
Vedete, la Sapienza si identifica con il Creatore ed elemento unificante non può che essere la preghiera.
Perché? Perché senza il dialogo della Preghiera la relazione con il Mistero finisce e la creatura umana perde la propria identità, in quanto si stacca dalla Sapienza increata cadendo nel nulla delle cose costruite per durare “un po' di tempo” e poi scomparire.
P&N