Negli ultimi anni il telemarketing molesto è diventato una delle principali fonti di fastidio per milioni di cittadini italiani.
Telefonate insistenti, spesso provenienti da call center situati all’estero, numeri camuffati o addirittura finti, offerte ripetute e non richieste hanno alimentato una vera e propria esasperazione collettiva. A nulla sembrava servire, almeno fino a poco tempo fa, l’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni, lo strumento gratuito che consente di bloccare le chiamate commerciali indesiderate. Nonostante l’estensione anche ai numeri mobili introdotta nel 2022, oltre sei utenti su dieci iscritti hanno continuato a ricevere telefonate non autorizzate, segno evidente che la normativa esistente non bastava a contrastare un fenomeno tanto pervasivo quanto redditizio per le aziende coinvolte.
Proprio da questa constatazione sono partite nuove misure legislative e regolamentari, che cercano di alzare l’asticella della protezione degli utenti. Il Garante della Privacy ha introdotto un Codice di condotta specifico per il settore, entrato in vigore nell’autunno del 2024, che impone regole più severe a chi fa telemarketing e teleselling. Tra gli obblighi figurano la necessità di rendere sempre identificabile e richiamabile il numero utilizzato, l’impossibilità di contattare in fasce orarie serali, la domenica e nei giorni festivi, e l’obbligo di raccogliere un consenso esplicito e informato da parte del cittadino prima di utilizzare i suoi dati a fini commerciali. Inoltre, vengono introdotti vincoli più stringenti per i call center, che devono essere iscritti al Registro degli operatori di comunicazione e rispettare precisi standard di qualità, con la conseguenza che eventuali illeciti non ricadono solo sull’ultimo anello della catena ma anche su chi commissiona e beneficia delle campagne promozionali.
Accanto agli aspetti giuridici e organizzativi si è rivelato fondamentale il rafforzamento del potere sanzionatorio. Oggi le multe possono arrivare fino a un milione di euro per le violazioni più gravi, in particolare in caso di manipolazione del numero chiamante, la tecnica dello spoofing che consente a chi chiama di apparire con un numero diverso da quello reale, inducendo l’utente a rispondere. È prevista una riduzione in caso di pagamento rapido, ma le sanzioni diventano pesanti e reiterabili per chi persiste nei comportamenti illeciti, costituendo così un deterrente concreto.
Il passo forse più innovativo riguarda però l’introduzione di soluzioni tecniche di blocco direttamente sulle reti telefoniche. Con una delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dal 19 agosto 2025 gli operatori sono obbligati a filtrare e bloccare le chiamate provenienti dall’estero che utilizzano numeri fissi italiani falsificati. Dal 19 novembre lo stesso meccanismo verrà esteso ai numeri mobili, impedendo così a chiunque di utilizzare in modo fraudolento identità telefoniche italiane per mascherare le proprie attività. Si tratta di un intervento atteso da anni, capace di ridurre drasticamente la quantità di chiamate moleste che quotidianamente raggiungono gli utenti, e che affida agli operatori un ruolo centrale nella protezione del consumatore.
Il Registro delle opposizioni rimane un tassello importante, ma ora è affiancato da nuove regole, filtri tecnici anti-spoofing e un sistema di responsabilità condivisa lungo l’intera filiera commerciale. Resta da vedere se queste misure sapranno resistere all’ingegno di operatori senza scrupoli e se saranno applicate con la necessaria tempestività, ma per la prima volta i cittadini possono sperare in una tutela concreta.
(Chatgpt)