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Dom, Dic
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"La bellezza salverà il mondo"

Società e cultura
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- di don Davide Chiaussa -
Quando ci siamo trovati per scegliere una data per il nostro pellegrinaggio giubilare a Roma, non potevamo immaginare

che le nostre comunità avrebbero partecipato alla prima messa di papa Leone XIV. Adesso, di ritorno da questa esperienza, ci si rende conto di aver preso parte a un momento ecclesiale davvero speciale.

Roma ci ha accolto con la sua consueta bellezza. Prima tappa: la Basilica di Santa Maria Maggiore. Ancora un po’ frastornati dal viaggio, abbiamo attraversato la Porta Santa e siamo entrati nella basilica. La bellezza di questa chiesa ci ha avvolti e abbracciati. Colpisce la cura: ogni dettaglio trasmette un messaggio, una storia lunga secoli. Qualcuno potrebbe obiettare: "Troppo sfarzo, troppa bellezza; perché la chiesa deve ostentare tanta ricchezza?" La domanda è legittima. Al termine della celebrazione della messa, il sacerdote che ha presieduto l’eucarestia, come se avesse letto i nostri pensieri, ha detto: "Tutta questa bellezza è per la gloria di Dio".

La bellezza è una delle porte di accesso al mistero di Dio. Non è ostentare una ricchezza o, peggio ancora, un potere, ma offrire al pellegrino la possibilità di sentirsi avvolto da un Dio che è bellezza. Probabilmente, non a tutti piace questa risposta. Non era meglio dare tutto ai poveri? Anche nel Vangelo ritroviamo questo interrogativo (Mc 14,3-5), molto pratico e umano. Una donna profuma i piedi di Gesù e i presenti si chiedono: "Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!" Ed erano infuriati contro di lei. Gesù replica: "Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me". Un gesto d’amore non è mai sprecato; fa parte di quella bellezza che appartiene a Dio e che noi uomini cerchiamo in maniera imperfetta di replicare e di portare nelle nostre vite.

La fontana di Trevi, l’altare della patria, piazza Navona, Trinità dei Monti, il Colosseo: altri modi per esprimere la bellezza, non sempre per la gloria di Dio, talvolta per ostentare ricchezza o esprimere potere economico o politico. Rimane comunque evidente che è difficile non rimanere incantati e non sentirsi coinvolti e rapiti da ciò che si presenta ai nostri sguardi.

La bellezza di queste basiliche non vuole esaltare l’uomo o la sua forza, né l’ingegno umano, ma dare lode a Dio. Il contrasto tra la tomba di Francesco e la bellezza della basilica ci aiuta a comprende quale è il posto occupato dalla creatura e quello occupato dal creatore. Francesco non ha desiderato né ricchezza né sfarzi, né tanto meno essere esaltato, ma semplicemente riposare in quella basilica affinché la bellezza di Dio, il Dio che ha servito nella sua vita, custodisse il suo corpo.

Capisco che non tutti condivideranno questa interpretazione e considereranno tutto questo uno “spreco”. Lo diventerebbe nel momento in cui ci disinteressassimo della cura per i poveri; rimane il fatto che non importa se si è credenti o non credenti, ricchi o poveri, peccatori o giusti, capi di stato o semplici cittadini: il colonnato del Bernini abbraccia tutti, accoglie tutti indifferentemente. Investire nella bellezza significa costruire armonia, significa investire nella pace, radunare i popoli nella pace.

A fine luglio toccherà ai ragazzi delle nostre comunità vivere questa esperienza; li aspetta un Dio carico di amore, di misericordia e di bellezza.

Come diceva Fëdor Dostoevskij "La bellezza salverà il mondo".

Don Davide