Ci sono stati negli ultimi mesi parecchi incontri e conferenze sui temi di storia e politica e in più occasioni le sale erano gremite.
Addirittura in occasione dell’intervento del prof. Alessandro Barbero al Teatro Superga, in molti hanno dovuto rimanere fuori per i limiti di capienza legati alla sicurezza. Questo forse dovrebbe far capire che la gente non è, come spesso si sente dire, disinteressata alle trasformazioni della società. È forse assente ad un certo tipo di politica, ma la Politica (quella con la P maiuscola) interessa ancora.
La gente vuole capire dove va il mondo, oggi più che mai, mentre si addensano nubi di conflitti da cui non è chiara la via d’uscita. I conflitti, diversamente da ciò che trasmettono i grandi media non sono due o tre, ma più di cinquanta, sparsi per tutto il pianeta. Sono guerre con migliaia di morti che dalle nostre parti passano quasi inosservate, forse perché in qualche modo i paesi più ricchi sono a vario titolo coinvolti. Sono guerre per le risorse che fanno gola ai paesi industrializzati.
Non a caso il Santo Padre ha spesso parlato di una terza guerra mondiale a pezzi. Tornano alla mente le parole dei pontefici che si sono succeduti negli ultimi cento anni con i reiterati appelli, purtroppo inascoltati, alla pace e al disarmo. È più attuale che mai l’esortazione di Pio XII, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale: “È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada".
N.C.