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Dom, Dic
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Questi giovani fuori controllo

Società e cultura
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Da un mesetto sono ricominciate le scuole e ritorna anche la nostra rubrica “Ti aspetto per un caffè”.

Per chi ancora non la conosce spiego subito che  non si tratta di una trovato pubblicitaria per parlare di caffè… ma di un dialogo tra due generazioni, madre e figlio, che si confrontano su varie tematiche, portando le loro opinioni e cercando di trovare punti di contatto. Fa da collante a queste chiacchierate una buona tazza di caffè...

Dopo recenti e tragici fatti di cronaca è stato importante, per me e mio figlio,  riflettere su un tema difficile e delicato come la violenza consumata tra i giovani.

Siamo partiti dall’appello/invettiva di Giovanna Corrao, l’insegnante che durante una diretta Facebook ha parlato dello stupro di Palermo richiamando all’ordine i genitori e, in generale, tutta la comunità educante responsabile delle falle nell’educazione dei giovani di oggi. “Siamo e siete un branco di falliti - ha esordito - Qualcosa è andato male nel nostro progetto genitoriale ed educativo”.

E così abbiamo cominciato a farci tante domande.

“Non so trovare una motivazione sul perché debbano capitare queste cose, mi sembra una follia! Le giovani generazioni sono in preda al delirio”, ho quasi urlato io.

“Mamma, scusa se sono così diretto, ma mi sembra che tu viva sulla luna - ha subito replicato mio figlio -  la violenza verbale e fisica è stata da sempre utilizzata dal genere umano per prevaricare i suoi simili più deboli e indifesi: i disabili, i bambini, le donne e gli anziani. Di cosa ti meravigli?”

Posso assicurarti - ha continuato - che la violenza, ignobile e deprecabile, è più veloce delle parole, arriva subito e produce un effetto devastante; serpeggia in tutti gli strati sociali e in tutte le fasce di età, nessuna esclusa, e serve per delineare una linea di confine netta tra i vincitori e i vinti. La violenza rappresenta un’emergenza sociale e bisogna porre un rimedio prima che sia troppo tardi.

“Anche se le tue parole sono molto forti, quasi crudeli - ho risposto io - trovo che hai pienamente ragione e mi sento doppiamente chiamata in causa, come madre e come insegnante. Anche tu concordi con la docente Corrao sul fallimento dei genitori nella capacità di educare i figli? E sul fallimento di tutta la comunità educante compresa l’istituzione scolastica?”

Mio figlio ha abbassato lo sguardo e ha aggiunto: “Ebbene sì, questa società del profitto a tutti i costi, dedita al consumismo, in cui i valori perseguiti sono il benessere materiale e il piacere raggiunto in qualunque modo e a danno di chiunque, questa società in cui un video di violenza anziché essere censurato, diventa virale mi sembra il risultato di una comunità di adulti fallimentari, incapaci di gestire un dialogo costruttivo con le nuove generazioni che invece hanno bisogno di punti fermi, di riferimenti solidi e di vivere in una dimensione in cui il senso della vita viene apprezzato e condiviso. E poi la scuola…cosa fa di concreto?”

Avevo un nodo in gola, ma mi sono sforzata e ho continuato: “Faccio difficoltà a rispondere. Nella scuola da due anni è stata inserita una nuova disciplina, ‘educazione civica’, che coinvolge tutte le materie e ha lo scopo di responsabilizzare i giovani studenti a diventare buoni cittadini dotati di senso critico, ma mi rendo conto che serve a ben poco se poi capitano queste cose!

La scuola si sforza di incanalare le energie degli adolescenti in maniera propositiva con attività culturali e sportive, ma spesso io stessa, come docente, ho incontrato l’ ostilità dei genitori che per colmare le loro lacune affettive sono pronti a giustificare gli atteggiamenti scorretti dei figli  e a difenderli a spada tratta. Sarebbe necessario per il bene degli adolescenti, giovani vite in crescita, che ci fosse una buona intesa tra famiglia e docenti per scegliere insieme un percorso da seguire.

Anche se condivido l’amarezza della collega Corrao, non ne condivido i toni; non si può tentare di comunicare utilizzando le minacce e gli insulti. Per creare alleanze che durino nel tempo bisogna tendere la mano perché come Qualcuno ha detto ‘chi non ha peccato scagli la prima pietra’.

Quando capitano questi episodi di violenza siamo tutti un po' colpevoli. Non bisogna puntare il dito contro nessuno, ma fare fronte comune per cercare quelle misure riabilitative che possano aiutare gli adulti a migliorare le  loro capacità educativa e gli adolescenti a lasciarsi guidare da adulti preparati e consapevoli”.

Quando abbiamo bevuto il caffè, era ormai freddo.

Nadia Santo