La crescita esponenziale delle bollette di luce, gas e soprattutto riscaldamento è il problema dell’autunno e di questo inverno:
preoccupa molte famiglie della nostra città e si preannuncia come un potenziale fattore di grande tensione sociale.
Le ragioni sono note a tutti: la guerra, le sanzioni, il razionamento del gas proveniente dalla Russia e, non ultima, la speculazione sui mercati dove si forma il prezzo, tipo la borsa di Amsterdam.
Le bollette entro fine anno, nonostante i tagli del Governo a oneri e IVA, cresceranno di 10 volte rispetto allo scorso anno per la parte costo dell’energia e questo pesa in modo incredibile su famiglie e imprese.
Per ora ci si è accorti solo in parte del fenomeno, alcuni avevano un prezzo fisso di gas ed elettricità in quanto, uscendo dal mercato regolato, avevano accettato la proposta di qualche operatore per cui non hanno ancora visto gli aumenti che sono però dietro l’angolo, perché stanno arrivando le revisioni delle tariffe alla scadenza del contratto.
Drammatica la situazione di imprese e attività commerciali che vedono schizzare in alto i costi dell’energia con due soluzioni: alzare i prezzi o chiudere e licenziare i dipendenti.
Inoltre con l’avvicinarsi dell’inverno preoccupa il riscaldamento. Qualcosa si potrà risparmiare con la riduzione prevista delle ore di accensione e della temperatura di 1 grado, ma già lo scorso anno molti amministratori hanno dovuto prevedere rate in più e la situazione peggiorerà ancora.
Chi può e abita in case unifamiliari si sta attrezzando con stufe a legna, ma per chi vive nei condomini con il riscaldamento centralizzato non ci sono altre possibilità.
A Nichelino dove molti condomini sono serviti dal teleriscaldamento per le famiglie meno abbienti Iren, la società che gestisce il servizio, ha previsto un bonus, uno sconto una tantum sulla bolletta del teleriscaldamento a parziale compensazione della maggior spesa sostenuta dalle famiglie economicamente svantaggiate, a causa dell’eccezionale aumento del gas naturale nel 2022. Un tampone certo, ma non la soluzione anche perché per le famiglie con ISEE superiore a 20.000 € non è previsto nulla.
Si può fare di più? Probabilmente la soluzione va trovata a livelli alti e richiederà un intervento del Governo o meglio ancora dell’Europa con un nuovo PNRR dell’energia che copra i maggiori costi per famiglie e imprese. Uno sforzo in più la politica lo può chiedere anche alle utility che negli anni scorsi hanno macinato utili e hanno margini ampi nella generazione di calore.
In città c’è chi proprio con la pensione o lo stipendio da fame non riesce a pagare le bollette, ma anche la classe media è in agonia, dopo decenni di stagnazione economica e mancata crescita industriale, la crisi energetica è stata il colpo di grazia ad un sistema produttivo già sfiancato dalla pandemia: anche i piccoli commerciati, un tempo i “ricchi” della città ora faticano ad arrivare a fine mese e a mantenere aperte le attività.
Le previsioni sono fosche: ammesso che il gas sia sufficiente per passare l’inverno ci sarà certamente aumento delle morosità, distacchi, tensione sociale e le stesse aziende di vendita di gas e luce che non sono diversificate rischiano di chiudere così come le altre aziende, magari sanissime come gestione, fortemente impattate dall’aumento dei costi.
Come si riuscirà a tenere sotto controllo il debito pubblico e allo stesso tempo aiutare così ampie fasce di popolazione in difficoltà?
È la principale sfida del nuovo Governo, ma anche le amministrazioni locali saranno impattate fortemente dalla questione, perché ci sarà una nuova povertà che si avverte già oggi. Le associazioni di volontariato e di aiuto che operano sul territorio vedono aumentare in modo esponenziale i loro utenti, anche tra fasce di popolazione che un tempo non erano toccate dal problema di arrivare a fine mese.
B.P.