- di don Alberto Vergnano -
Fino al 10 settembre 2022 Nichelino era per me un posto quasi sconosciuto.
Dopo l’ingresso come parroco a Regina Mundi ho iniziato a incontrare molte persone e mi fa un po’ effetto riconoscere come, nel giro di un solo mese, tutto sta già assumendo un volto familiare.
Desideroso di conoscere qualcosa di Nichelino, ho chiesto ad alcuni dei giovani di Regina Mundi di organizzarmi un tour della città. Abbiamo fatto un primo giro insieme, proprio nei giorni della festa di San Matteo. È stato un pomeriggio molto simpatico e molto istruttivo per me: non solo per i luoghi che mi hanno fatto vedere, ma soprattutto per le descrizioni con cui me li hanno presentati. Come ovvio che fosse, più che farmi vedere Nichelino, mi hanno fatto vedere la loro Nichelino, con i luoghi significativi secondo il loro punto di vista. Tra riferimenti a mobilifici che non esistono più, ma continuano ed essere citati come luogo di ritrovo, giardini pubblici che sembrano essere un must dei bambini delle scuole elementari, teatri che sono importanti soprattutto per la tettoia antistante, panchine che portano scolpiti ricordi d’infanzia e strani “lungomare” in cui fare due passi… ho intuito che la cosa importante non era l’oggettività del racconto, ma la storia di chi mi accompagnava. E così alla fine i ruoli si sono un po’ ribaltati ed è stata Nichelino che mi ha fatto conoscere qualcosa delle mie simpaticissime guide!
Quella sera sono tornato (un po’ di corsa, per iniziare la Messa puntuale) e mi è rimasta in testa una cosa: quanto è forte imparare dalla vita!
Pensandoci un po’, mi sembrava qualcosa di non completamente nuovo…Ed è lì che mi è venuto in mente un passo del vangelo di Marco, in cui si racconta una scena ambientata nel tempio di Gerusalemme: tra i tanti che versano la loro offerta nel tesoro del tempio, Gesù nota una povera vedova che getta due monetine (Mc 12,41-44). Da quel gesto, apparentemente insignificante, nasce un insegnamento ai discepoli sulla differenza tra dare tanto e dare tutto. Non so se è esagerato dirlo, ma pare che Gesù stesso, sempre attento a cosa succedeva intorno a sé, ci suggerisca che è possibile imparare dalla vita, anche dai gesti più semplici, e trarne spunti per continuare il cammino. Forse fa proprio parte della creatività di Dio questa capacità di invertire i ruoli e di permettere ad un’umile vedova di diventare …maestra del Maestro!
Oltre ai ragazzi, in queste settimane ho avuto modo di incontrare persone di tutte le età (e anche di diverse nazionalità) e se è quasi scontato riconoscere che chi ha più anni ha tanto da insegnarci, trovo sempre entusiasmante mettersi ad imparare dai più giovani e anche da chi è arrivato da poco in Italia, e in fondo scoprire che possono essere veri maestri anche loro.
Mi (e vi) auguro che quest’anno non manchino le occasioni per metterci in ascolto di quello che la vita vorrà insegnarci, con le cose più belle e anche con quelle difficili che dovremo affrontare (penso alla situazione internazionale e a tutte le sue conseguenze), sicuri che la vita sempre ci parla di Dio. Buon cammino!
Don Alberto Vergnano