Raccapriccianti azioni continuano ad essere perpetrate sugli innocenti. Quasi ogni giorno vengono scoperti nuovi siti pedofili, il turismo sessuale non conosce pandemie e sul web
si trasmettono filmati con ogni sorta di violenza fino alla morte tra indicibili sofferenze. E poi bambini ammazzati col fucile, con le granate, bruciati con le bombe al fosforo e il gas nervino, annegati dopo il naufragio dei barconi. Sono tutte cose note e non più nascondibili.
Vediamo bambini col volto terrorizzato, ammassati in lembi di terra dove non cresce l’erba, dove non c’è un medico né un educatore, lasciati in balia delle loro paure e dei loro sogni infranti. Rinchiusi in recinti e visitabili come animali da circo, sorvegliati dal filo spinato disseminato di parole apparentemente nuove eppure vetuste, come le più infami degenerazioni umane. Bambini col volto reclinato e gli occhi spalancati dalla disperazione, piccole creature devastate dalla morte e abbandonate tra detriti e bossoli di ogni colore e misura: paiono caricature di un piano definito, di un equilibrio esistenziale così precario da barcollare sotto il peso della vergogna. Quei bambini che rappresentano l’innocenza martoriata, avvilita, violentata ed offesa non possono lasciarci tranquilli. Mi lascia sgomento quel manifesto che dichiara “noi li amiamo e non li abbandoniamo”, ma è un appello a difesa dei cani.
Per loro invece l’amore è solo un’espressione letteraria?
Non è mio intento fare della demagogica contrapposizione, ma un invito a riflettere su una realtà che dovrebbe indignare, perché la vita distrutta di un’innocente è morte dell’umana dignità. Ed invece? Troppo spesso è ridotta a semplice fatto di cronaca o peggio ad incidente di percorso come la strage di fine aprile 2021 su una spiaggia di Zuwara dove giacevano i corpi abbandonati di bambini piccoli che avevano solo sogni e ambizioni di vita.
E di quei 60 mila sahariani destinati a morire di fame che ne facciamo? Dove’ è l’impegno per creature che dovrebbero essere il futuro dell’umanità? Nel vento delle roboanti parole? Ma l’umanità che piange davanti alla TV per un film strappalacrime non si ribella? Bimbi inseguiti dalla furia della vendetta, bimbi falcidiati dal delirio di onnipotenza che non risparmia la dignità di alcuno. Sulla guerra, sulle fosse comuni, sulle razzie etniche, sulle morti per fame, nonostante i silenzi assordanti, ben sappiamo chi e quanto abbia dato assenso e consenso. Su queste morti così incomprensibili e dunque così incombenti, si ergono come muri invalicabili i sepolcri imbiancati che praticano l’infamia più grande: uccidere un bambino.
Resta alto il monito, che non conosce appello, del Dio della vita: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”. (Mt.18-6)
Marcello Aguzzi
Nella foto "I bambini di Lidice", monumento simbolo sul tema della violenza contro l'infanzia