Sempre più spesso i media ci informano di atti di bullismo nelle scuole italiane. Di fronte a queste notizie, gli studenti e le famiglie
Proprio su questi temi qualche settimana fa presso l’istituto Avogadro di Torino si è tenuto un convegno dal titolo “Ma che cos’è il bullismo? Pensieri, dubbi e rappresentazioni di un fenomeno diffuso”, organizzato dal Centro di Psicologia Ulisse. L’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali politiche, di psicologi, di insegnanti, di ricercatori e professori universitari, ma anche di rappresentanti dell’associazionismo cultuale e sportivo.
A rappresentare il territorio di Nichelino erano presenti alcuni docenti e la dirigente della scuola secondaria di 1° grado A. Manzoni, dove per le classi seconde quest’anno è previsto un progetto di prevenzione al bullismo proprio in collaborazione con il Centro Ulisse. Nonostante la scuola Manzoni non abbia registrato negli ultimi anni atti di bullismo, l’istituto ha deciso di investire sulla prevenzione di questo fenomeno.
Prevenire e fare rete sono, del resto, le parole chiave quando si tratta di bullismo. Impedire il nascere e il diffondersi del bullismo è possibile solo all’interno di un gioco di squadra ben funzionante. Per farlo bisogna lavorare sull’empatia, sulla capacità di accettare il diverso, sulla costruzione di reti sociali basate sull’inclusione di tutti, sulla costruzione di una propria identità. Il professor Mauro Martinasso del Centro Ulisse ha sottolineato che non bisogna mai scordare quanto il bullo abbia bisogno di un pubblico, poco importa se partecipe o silente. Il bullismo si dà solo all’interno di una relazione e dunque sarà sulle dinamiche di gruppo che si dovrà andare a lavorare per prevenire con efficacia questi episodi. Come ha ricordato la docente di Psicologia dello Sviluppo Emanuela Calandri, “gli spettatori che non sono né bullo né vittima sono certamente una parte del problema, ma possono anche essere una parte della soluzione”. La scuola, inoltre, deve occuparsi non solo di proteggere chi il bullismo lo subisce, ma anche chi lo agisce, non sempre in maniera consapevole. Primo compito degli adulti è ascoltare i ragazzi, dar loro attenzione e quando necessario denunciare, far emergere il fenomeno, in collaborazione con le forze dell’ordine e con il Comune. Uno strumento fondamentale in questo senso è la costruzione di una rete di sportelli di psicologia scolastica: uno sportello di ascolto nei prossimi mesi sarà attivato anche presso l’Istituto Comprensivo Nichelino 1. Avrà il delicato compito di fornire un supporto ai ragazzi di fronte a tutte le problematiche legate alla loro crescita e alle dinamiche relazionali.
Serena Avezza