Un’amica e collega ha recentemente vissuto l’esperienza della perdita di una persona a lei molto cara e, sapendo che avrei scritto l’articolo di questo mese, mi ha chiesto di affrontare il tema non facile dell’elaborazione del lutto.
La paura della morte sia propria sia di chi ci è vicino, fa parte del normale istinto di sopravvivenza dell’uomo, ma nella nostra società occidentale è diventata una vera e propria ossessione che va ben al di là del normale timore nei confronti di un processo che non si conosce. La morte viene considerata come la fine di tutto anche se questa visione è in assoluto contrasto con ciò che afferma la tradizione religiosa in cui la maggior parte di noi si riconosce e che ritroviamo riportato in libri sapienziali delle diverse tradizioni. In tutti i testi si ritrova il concetto che la vita è eterna anche se può assumere forme diverse da quella che sperimentiamo nel nostro quotidiano.
In realtà ciò che fa paura quando si perde una persona cara è l’assenza della sua presenza fisica e, per ovviare a questo, abbiamo creato tombe e mausolei sempre più ricchi di orpelli che, in alcuni casi, possono rasentare il paradosso e che, in realtà, non fanno altro che rendere più difficile l'elaborazione del lutto ed il naturale dolore rafforzando l’aggrappamento a chi ci ha lasciato.
Un passaggio fondamentale per l’elaborazione di una perdita sta proprio nel permettere all’altro di andare libero per la sua strada e questo vale per la morte di una persona amata, ma anche per quella forma di “lutto” che si vive quando una relazione importante finisce. Una riprova che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi sono gli omicidi perpetrati ai danni delle donne che hanno scelto di troncare una relazione sentimentale.
ll vissuto di lutto non rappresenta, di per sé, un fenomeno patologico; si tratta comunque di un processo impegnativo, non facile da vivere, a prescindere dagli eventi che hanno determinato la perdita. È possibile che la persona che ha subito un lutto rimuova il dolore legato alla perdita, congelando così l’elaborazione del lutto stesso.
La Kubler-Ross, una studiosa del tema della morte, teorizza cinque fasi attraverso le quali normalmente si passa a seguito della perdita di una persona cara o dell’annuncio di un’imminente perdita.
- Negazione/rifiuto: in principio, come naturale meccanismo di difesa, si nega il lutto;
- Rabbia: quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico di dolore che provoca una grande rabbia alle volte rivolta verso se stessi o persone vicine o, in molti casi, verso la stessa persona defunta;
- Negoziazione: si tenta di reagire all’impotenza cercando delle risposte o trovando soluzioni per spiegare o analizzare l’accaduto;
- Depressione: ci si arrende alla situazione razionalmente ed emotivamente;
- Accettazione: si accetta l’accaduto, riappacificandosi con esso, spesso sperimentando fasi di depressione e rabbia di natura moderata, volte a riconciliarsi definitivamente con la realtà.
E’ ovvio che questo schema tende a semplificare un quadro assai complesso che subentra nel caso di lutto e che deve tener conto, oltre che delle specificità della persona che subisce la perdita, anche della sua appartenenza culturale che può portarla ad accettare ed assimilare la morte in modi del tutto differenti eppure altrettanto funzionali.
E’ di fondamentale importanza riuscire a dare spazio alle emozioni che proviamo in quel momento: far uscire la rabbia, la disperazione, la paura e così via. Solo in questo modo è possibile, pian piano, riconoscere la perdita subita e accoglierla nelle nostre menti e nei nostri cuori in modo adeguato. Al contrario, se le emozioni vengono represse e messe a tacere andremo incontro a problemi e fatiche fisiche e mentali difficili da gestire e da comprendere. Lpersona perduta non verrà accolta in noi in modo adeguato, ma la sua mancanza risulterà un vero e proprio macigno che renderà le nostre giornate cupe, tristi, sterili.
Il tempo ci aiuterà a risollevarci, a patto di riconoscere il dolore della perdita e non fingere di non provarlo!
M.S.B.
L'Àncora della Famiglia