Bisogna ancora decidere bene il nome: se chiamarlo skate, volopattino, street board o monociclo oppure scooter autobilanciato elettrico.
L’hoverboard però ha ancora due ruote ed esiste anche la versione monorotella, un po’ più difficile da manovrare. In pratica si sale su una piccola pedana che sta in equilibrio, mossa da motorini elettrici. I comandi di movimento (avanti, indietro, sterzo, frenata) sono azionati con leggere pressioni dei piedi.
Versione semplificata del segway (che a Nichelino, primo Comune d’Italia, fu dato in dotazione senza grande successo ai vigili), l’hoverboard sta facendo furore in mezzo mondo, specie tra i giovani. Qualcuno sostiene che si tratta solo di una moda passeggera, di un costoso giocattolo, di un gadget tecnologico privo di reale utilità. Altri invece sono pronti a scommettere che siamo di fronte al mezzo di trasporto urbano del futuro, destinato a soppiantare biciclette, motorini e forse anche le automobili. Parcheggiare fuori dalla Ztl, tirar fuori dal baule l’hoverboard e zigzagare in centro tra le isole pedonali: ecco il sogno che sta convincendo molti all’acquisto.
I prezzi nel giro di pochi mesi sono precipitati. Con meno meno di 200 euro si può acquistare al supermercato o su internet un hoverboard che va ai 10 km. all’ora, pesa meno di dieci chili, sta tranquillamente in un borsone e ha batterie con una ventina di chilometri di autonomia per ogni ricarica. Spendendo un po' di più se ne può acquistare uno che fa i 20 km orari, mentre sul mercato sono già disponibili modelli con velocità dichiarata di 40 km. Quelli cinesi costano ancora meno, ma pare diano qualche problema in fase di ricarica delle batterie che tendono a surriscaldarsi e qualche volta a incendiarsi.
In compenso dal Codice della Strada l’uso dell’hoverboard sulla pubblica via, così come su marciapiedi e piste ciclabili, è vietato o, se preferite, non è consentito. Già, perché la formidabile tavoletta elettrica non è considerata un veicolo e nemmeno chi la usa può essere annoverato tra pedoni o ciclisti.
Allora questi oggetti si vendono e si comprano per andare dove?
In teoria potrebbero viaggiare solo in aree private e chiuse al traffico. Anche in Italia, patria del diritto e di Azeccarbugli, ci si sta arrovellando. Qualcuno li ha classificati come “acceleratori di andatura” e sostiene che, tra le pieghe del codice, per i conducenti di hoverboard è possibile ricavare uno spazio tra la carreggiata (riservata ai veicoli) e il marciapiede per i pedoni, in quella che comunemente è definita banchina. Intanto qualche Comune ha già deciso di multare, da 25 a 100 euro, gli intrepidi hoverboardisti. Altri sono andati giù ancora più pesanti con multa di 1.200 euro e sequestro del mezzo. Se la mania continua a diffondersi, non resta che aspettare un intervento risolutivo del legislatore, un po’ come è avvenuto per i droni. Nelle more ci penserà la solita Corte di Cassazione
Il mezzo è ecologico, ma fino a un certo punto, perché nel momento in cui diventa fenomeno di massa smaltire le batterie esauste non sarà uno scherzo. Ci sono poi i risvolti assicurativi. I ragazzi imparano ad usarlo in un battibaleno, gli adulti hanno qualche problema di equilibrio in più e i capitomboli sono all’ordine del giorno. Fatto sta che è consigliabile indossare un casco, ginocchiere e paragomiti. Per definizione la prodigiosa tavoletta è autobilanciante, ma è anche molto sensibile alle buche di cui le nostre strade sono piene.
A Nichelino la scuola guida si fa sulla pavimentazione bella liscia del “lungomare” di piazza del mercato. Poi si parte. Il futuro è già arrivato?