Lo scautismo è una grande pedagogia nata da un’idea accesasi nel cervello di un Generale e Barone inglese, quand’era impegnato in un’ingiustissima guerra scatenata dalla Regina Vittoria…
Era la guerra contro i Boeri e gli indigeni del Sud Africa che da quasi due secoli vivevano insieme, bianchi e neri, in perfetta fraternità. I Boeri erano contadini provenienti dai Paesi Bassi. Fin dal 1700 avevano individuato la fertilità delle terre sud africane e iniziarono così ad approdarvi per fare gli agricoltori, in fraternità con gli indigeni. La cosa crebbe a beneficio delle due etnie che divennero un popolo solo.
Poi, nel 1899 i soldati di Sua Maestà britannica ruppero questa armonia conquistando a duro prezzo quelle terre con un massacro da fare invidia ai genocidi del secolo che seguirà.
Torniamo al Generale e Barone inglese Sir Robert Sthephenson Smyth Baden-Powell (B.P. per gli Scouts di tutto il Mondo).
In quella tragica guerra di conquista coloniale (le cui conseguenze saranno sanate solo 100 anni dopo da Nelson Mandela) c’era pure il nostro B.P. (Baden Powell, allora con il grado di Colonnello).
Il 13 dicembre 1899 si trovò assediato dai Boeri per circa un anno nella località sudafricana di Mafeking ed ebbe l’occasione di vedere l’abilità e la disciplina di ragazzini della zona, per lo più africani, che si prestarono a fare da staffetta-porta ordini o a sgattaiolare sopra gli alberi per segnalare le postazioni nemiche e gli spostamenti militari.
Quei ragazzi (boy) erano autentici esploratori (scouts). Questo fece pensare profondamente Baden Powell. Fu una lunga riflessione che lo portò, scegliendo il meglio di quell’azione, ad immaginarsi un metodo educativo nel quale dominasse l’amore per la natura, il coraggio, la disciplina, l’ubbidienza, l’esercizio delle capacità umane, la lealtà, la Patria e la religiosità. Nella testa di B.P. si andava disegnando un metodo innovativo di pedagogia umana … tanto che, rientrato in Inghilterra, si mise subito al lavoro per inventare un’educazione pacifista e naturalista, nonostante quella scintilla fosse nata in tempo di guerra.
IL PRIMO CAMPO SCOUT A BROWNSEA ISLAND, ANNO 1907
Nel 1907, elaborate le basi teoretiche in un prezioso volumetto, B.P. volle fare il primo esperimento nel suo paese, l’Inghilterra. Dal 1° al 9 agosto 1907 raccolse ventidue adolescenti di ogni estrazione sociale e li invitò ad un “campo” sotto le tende, nell’isolotto di Brownsea, nella baia di Poole (nel Dorset). Aveva preparato ogni cosa secondo il manuale, per cui l’esperimento fu un successo.
Erano nati i Boy Scouts! L’esperienza si moltiplicherà rapidamente dapprima in Inghilterra. Poi varcò i confini, raggiungendo in dieci anni quasi tutte le Nazioni del Mondo!
Solo in Italia oggi gli Scout, sotto le sigle AGESCI, FSE (Federazione Scouts d’Europa) e CNGEI sono circa duecentocinquantamila. Nel mondo sono milioni. E c’è di più: nei posti di responsabilità e di leaderschip sono presenti dappertutto; anche tra i primi astronauti che misero piede sulla luna!
Non solo: gli Esploratori amano la Patria e l’Europa come luogo essenziale del loro vivere. Se è vero che gli Scouts cattolici sanno di essere “non di questo mondo ma cittadini del Cielo”, questo mondo che abitano lo amano almeno quanto amano il loro corpo fisico che vi trattiene l’anima e perciò amano la Natura, amano il proprio Paese e amano il Creatore.
IL SENSO RELIGIOSI DELLO SCAUTISMO
Baden Powell era figlio di un prete anglicano ed anche per questo aveva una profonda religiosità e un sentito amore per la natura perché in essa vedeva l’opera di Dio.
“Leggi la Bibbia e scoprirai che Dio si è rivelato all’Umanità. Poi leggi un altro libro meraviglioso: la Natura che vedi. Questa è opera del Creatore perciò rifletti sul modo con cui potrai meglio servire Iddio! Sono sue parole scritte in un libro per i Rover, cioè gli Scout ormai adulti. “Lo studio della Natura - continua B.P. - ti mostrerà quante cose meravigliose Iddio ha messo su questa terra perché tu possa gioire e vivere bene”. E ancora: “Il Signore ci ha collocati in questo mondo meraviglioso per essere felici; la felicità non è data dalla ricchezza, né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie; il vero modo per essere felici consiste nel dare la felicità agli altri. Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete trovato…”.
Tutta la vita di B.P. si è consumata consegnando questo senso etico all’esistenza. Una religiosità che ha voluto nello scautismo, dove mai ha acconsentito a “dare un posto facoltativo al Creatore dell’Universo”. Nel suo manuale per i ragazzi scrisse: “Nessun uomo è buono se non crede in Dio e non obbedisce alle sue leggi. Per questo gli Scouts devono avere una religione”.
AQUILE RANDAGE
La loro etica non li intimidisce di fronte alla lotta quando si tratta della Fede o della Patria.
In Italia il Movimento approdò già nel 1912 e nel 1916 divenne un’Associazione Nazionale tra le prime al mondo e formalmente riconosciuta dalla Presidenza mondiale che si trova a Londra.
Si chiamò Associazione Scautistica Cattolica Italiana: ASCI, per la sezione maschile, e AGI, cioè Associazione Guide Italiane per la sezione femminile.
Nel 1922 esplose il fenomeno fascista e il dittatore Benito Mussolini, in un urto con il Pontefice del tempo, Pio XI, impose lo scioglimento dell’Associazione (come farà con l’Azione Cattolica) perché tutta l’educazione doveva essere appannaggio del fascismo mediante l’Opera Nazionale Balilla.
Fu un giorno tristissimo quando questi giovani dovettero posare i loro guidoni e le loro bandiere ai piedi degli altari. Era l’anno 1928. Tuttavia il fuoco di bivacco rimase acceso sotto la cenere e visse alla macchia per tutta la durata della dittatura. Infatti nacque, in Lombardia, il primo Riparto clandestino che si ramificò in diversi gruppi della regione sfidando pericoli mortali. Si chiamava Riparto delle Aquile Randage. Visse con i suoi “campi estivi” soprattutto nelle foreste del Varesotto, in Val Codera, nel Bergamasco e nell’area di Monza.
Il fuoco dello scautismo, vivo sotto la cenere, ebbe il suo sussulto con il 25 luglio 1943 in occasione della prima caduta del fascismo e poi dopo l’8 settembre dello stesso anno che diede il via alla lotta che portò alla Liberazione.
Tenendo fede alla loro scelta non violenta, durante la lotta Partigiana alcune AR (Aquile Randage) dall’età adulta (Rover) contribuirono a fondare l’OSCAR, il gruppo che si era attivato nella redazione e divulgazione del giornale “Il Ribelle” e che soprattutto organizzava espatri clandestini verso la Svizzera di persone ricercate dalla polizia nazifascista e dalle SS (ebrei, oppositori politici, renitenti alla leva), salvando così molte vite umane. Costò naturalmente un caro prezzo di vittime: scouts e rover deportati, fucilati, morti nei campi di sterminio. Si legge nel libro “L’inverno e il rosaio” che tratta dello scautismo clandestino: “Ogni ragazzo che entrava in quel Gruppo Scouts, “strappato” dall’educazione fascista, era un salvato!”. Quella delle Aquile Randage fu una delle più importanti esperienza di resistenza civile e giovanile, cattolica e non violenta, del ventennio fascista. Nell’Italia fascista i Boy Scouts clandestini rappresentano la “meglio gioventù”.
L’APPRODO A NICHELINO
Nell’immediato dopoguerra, studente, fui attratto dallo scautismo grazie ad una splendida persona, il Prof. Giacomo Franco di Lingotto che mise in piedi, fin dal 1948, un indimenticabile Riparto che sarà poi il TO 31.
Diventato sacerdote e inviato come vice parroco proprio al Lingotto avrò l’onore dell’incarico di assistente spirituale del Riparto. Quando sarò mandato Parroco, nel 1966, a Mirafiori Sud, Parrocchia di S. Luca, mi diedi da fare per aprire un piccolo Riparto ASCI.
Infine nel1976 approdai a Nichelino e dopo un po’ di tempo pensai allo Scautismo come necessaria componente educativa della gioventù. Nel frattempo lo Scautismo Cattolico maggioritario era diventato AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) per cui, collegati al Riparto che era in Moncalieri, nacque anche da noi il Gruppo Scout che però non ebbe buon successo. Intanto avevo conosciuto a Roma e in Toscana gli Scout d’Europa (FSE), Associazione Internazionale Europea riconosciuta da Londra.
Avevo potuto apprezzare di questa Associazione Cattolica Europea la dirittura pedagogica, totalmente sganciata dai movimenti politici del tempo e in linea con i principi originali dell’ASCI che era stata sciolta.
Pensai dunque di fare nascere a Nichelino la F.S.E. In che modo? Tentai la Provvidenza di Dio, chiaramente!
Riunii un gruppo di giovani, maschi e femmine, di provata moralità e capacità intellettuale ed esposi il progetto. Li invitai ad un tempo (sei mesi) di ricerca e di preghiera. Proprio al termine di questo tempo, reperimmo sul “mercato dei cervelli”, un gruppo di ex capi FSE abitanti a Torino. Iniziammo, con loro e con i nostri giovani, la formazione della leadership appoggiandoci naturalmente alla sede centrale di Roma e all’assistente nazionale, il gesuita Padre Ivan Zuzek. Questi ragazzi, vere aquile reali, si formarono egregiamente tanto che l’anno seguente, 1997, furono in grado di partire con il primo gruppo di Lupetti e Coccinelle ….
Non per vanagloria, ma per la storia, desidererei depositare i loro nomi su questo nostro storico giornale di Nichelino: Vito Barone, Diego Macor, Massimo Gallizio, Andrea Valterza, Alfredo Maiorino, Serafino Lia, Raffaele Sarzenti, Michele Tizzani, Cinzia Pennella, Elena Dello Preite, Sara Bergandi, Paola Rasetto.
Questo è il gruppo nichelinese che ha sfidato la Divina Provvidenza. Dopo circa sei mesi ci sarà l’incontro fortuito e provvidenziale con il dott. Pino Vadalà, capo del Gruppo FSE di Oppido Mamertina, poi con il carissimo Angelo Spalatro e il dott. Fabio Bodi, tutti ex capi dell’ASCI ed altri, cosicché l’avventura era partita. In nomine Domini!
Il resto lo sapete già, avendo appena celebrato solennemente i primi vent’anni del Gruppo …. Va ancora detto che la nascita del Riparto FSE in Diocesi, con la benedizione dell’Arcivescovo Card. Saldarini è servita assai a calibrare e armonizzare l’AGESCI con la quale si vive in perfetto amore e accordo. Anche la Chiesa, che un tempo aveva designato l’assistente ecclesiastico per l’AGESCI, ha trasformato tale servizio in “Assistente dello Scautismo Cattolico” che serve appunto le tre Associazioni: AGESCI, SCOUTS D’EUROPA, ASCI E AGCI.
don Paolo Gariglio