Bollette, atti giudiziari e fatture che arrivano oltre la scadenza; riviste in abbonamento ferme chissà dove.
E’ vero che in questi anni, con il diffondersi della posta elettronica e delle altre forme di comunicazione via web, i volumi di corrispondenza cartacea sono drasticamente diminuiti. I postini anche. Ma è pur vero che Poste Italiane, ora s.p.a. quotata in borsa, più volte “privatizzata” e “razionalizzata”, dovrebbe continuare a garantire in tempi ragionevoli il servizio postale universale, cioè su tutto il territorio e per tutti i cittadini, compresi quelli che non usano il computer.
C’è l’on line; gli sportelli sul territorio hanno ampliato i loro orizzonti e fanno anche da banca, da assicurazione, da negozio e da compagnia telefonica. Ma poi?
“Il futuro dal volto umano”, recita lo spot di Poste Italiane. Il protagonista è un simpatico robottino che presenta le innovazioni tecnologiche del servizio postale. Il fatto è che nella realtà il robottino ancora non c’è e invece il suo collega postino in carne d’ossa è già sparito
In pochi giorni a Nichelino sono state raccolte centinaia di firme di utenti esasperati per i disservizi in questi ultimi mesi . “Il disagio è andato sempre più aggravandosi – si legge in un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale e inviato ai vertici di Poste Italiane – in molte zone della città la posta non viene recapitata se non in casi sporadici e in ritardo. Il tutto crea enormi problemi agli utenti in quanto le missive postali hanno spesso impegni di scadenza economici vincolanti, sottoponendo i destinatari ad aggravi e perdita di tempo”.
La questione ovviamente non riguarda solo Nichelino. Gli stessi inconvenienti si sono verificati in tutti i Comuni che gravitano sul centro di smistamento di Moncalieri e in molte altre zone della penisola, tant’è che in Parlamento è stata depositata un’interrogazione urgente, sottoscritta da decine di senatori in cui si segnalano “grosse problematiche nella consegna della corrispondenza che avviene a giorni alterni con gravi ritardi che creano problemi sia ai cittadini che alle attività economiche che agli editori di giornali”.
Dallo scorso anno la consegna della corrispondenza a giorni alterni è stata introdotta in via sperimentale su parte del territorio nazionale. I risultati – si fa per dire – sono andati oltre ogni più rosea aspettativa, perché i giorni alterni di fatto sembrano essersi trasformati in settimane se non i mesi.
Ma ormai, come per tutte le riforme, in mezzo alla congerie di norme, circolari, direttive nazionali ed europee, è difficile trovare il bandolo della matassa.
Alla fine della fiera, se prima una lettera bene o male arrivava a destinazione adesso non si sa. E non sappiamo nemmeno bene con chi prendercela.