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Dom, Dic
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Sì, la vita è come un presepe

Società e cultura
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- di don Riccardo Robella -
"Passami i pastorelli… Quest'anno, grotta o
capanna? Dove la mettiamo, al centro o al fondo?" E così scopriamo che sta arrivando Natale... presepe ci aiuta sempre a capire quello che è successo 2000 anni fa in Giudea, ma può essere utile anche per il nostro oggi e per il nostro domani.

Se penso al presepe che facciamo da tanti anni in casa parrocchiale, mi stupisco sempre di come da metà novembre cominciamo tutti a pensare e progettare... e poi s'inizia.

Allora, si piazzano le plance, si mettono gli scatoloni e la carta color sabbia del deserto, dopo di che tocca alle lucine colorate; piazzata la grotta tocca alle casette, al muschio, per arrivare ai personaggi.

E più andiamo avanti più affiniamo il costruire: la struttura grezza lascia pian piano il posto alle raffinatezze del gusto, alla ricerca del particolare, il tutto a mostrare un amore grande nel fare le cose.

Ecco, la nostra vita è un po' come un presepe, il nostro cammino spirituale una costruzione.

Il Natale e la nostra vita non s'improvvisano, si costruiscono e per costruire ci vogliono alcune cose fondamentali.

Anzitutto un sogno, un progetto di cui innamorarsi. Per noi cristiani da ormai quasi due millenni, l'evento Gesù pare scontato, quasi non ci pensiamo più, essendo entrato nelle nostre vite in maniera "naturale". E se invece ripartissimo dallo stupirci di cosa ha fatto Dio per noi, a non dare per scontata la logica dell'incarnazione? Non sarebbe male riprendere in mano il nostro progetto di vita, o il formarcene uno se non lo avessimo, il domandarci quale sia il nostro compito nella storia, da dove veniamo, ma sopratutto, dove andiamo? Ecco, il fare un progetto è il primo vero atto d'amore, perché ci permette di sognare e d'immaginare il nostro futuro.

E poi comincia la parte realizzativa, quella più lunga, perché ai sogni bisogna dare sostanza. Il cammino che ci avvicina al Natale non s'improvvisa, la nostra vita si costruisce, passo dopo passo, attraverso le scelte quotidiane, partendo da quelle più importanti e fondamentali, esattamente come si piazzano gli scatoloni in un presepe. E’ il progetto di vita, quella direzione fondamentale che vogliamo dare alla nostra esistenza.

Man mano che andiamo avanti, siamo chiamati attraverso le varie scelte a confermare e dare corpo alla nostra opzione, a capire con sempre maggior raffinatezza le pieghe dell'esistenza: non è un caso che più si progredisce nel cammino spirituale, più si diventa esigenti con se stessi e capaci di vedere il mondo con altri occhi.

Nella nostra costruzione, con l'arrivo delle statuine cominciamo a individuare non solo i punti di bontà, ma anche la bellezza del discepolato. La vita cristiana, se ben vissuta, è anche una vita bella, che sa cogliere attraverso particolari l'opera di Dio nella storia; allora un incontro, un paesaggio, un brano musicale, una bella casa, tutto entrerà nel nostro essere con maggior profondità.

E infine: mentre prepariamo il presepe, proprio per l'amore che ci stiamo mettendo, potremo vivere una scoperta bella e curiosa, cioè che proprio quel costruire diventa preghiera! Una vita vissuta insieme a Gesù risponde a quel comando che ci ha lasciato il Signore "pregate sempre!". Non significa stare per 24 ore al giorno in ginocchio. Significa vivere ogni cosa che facciamo in relazione a Dio.

Allora, per poter cogliere il bello nell'essenziale, lasciamoci con un augurio: questa volta lo affidiamo ad un simpatico cantautore, che ebbe un po' di successo all'inizio degli anni '80 e che che ci ricordava in una sua bella canzone "Buon Natale, Buon Natale, perché sia quello vero…"

Don Riccardo Robella

Parroco di SS. Trinità