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Dom, Dic
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Trascurato il verde intorno a Maxwell ed Erasmo

Società e cultura
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Sono un genitore di Nichelino che in questo periodo sta accogliendo i vari inviti delle scuole che una volta venivano semplicemente chiamate “superiori”, per accompagnare il figlio più grande nel visitare quella che potrebbe essere la prossima scuola da frequentare per il prosieguo degli studi, tra le quali sia l’istituto tecnico Maxwell che il liceo Erasmo da Rotterdam.

Con estrema umiltà, vorrei dire che l’impressione che ho avuto di queste strutture (sia come aule che come laboratori) e dei docenti è stata molto positiva. Mi sento di consigliarne la considerazione nella scelta per i propri figli, che spesso, quasi più per questioni di “prestigio familiare” che di obiettività, vengono “costretti” dalle famiglie ad affrontare tragitti/tempi più lunghi verso scuole lontane, a parità di indirizzo scolastico. Non si pensa con attenzione alle maggiori fatiche alle quali questi ragazzi andranno incontro, oltre al fatto che in qualche maniera non si contribuisce a “seminare” nel territorio in cui si vive.

Con l’occasione vorrei però anche evidenziare un piccolo aspetto che un po’ stride con il bel contesto che ho cercato di descrivere ed è quello della poca cura che ho riscontrato della grande area verde che circonda queste scuole di Nichelino. E’ una vista che trasmette ingiustamente una sensazione di fatiscenza a strutture che, come dicevo, sono invece al loro interno molto accoglienti per pulizia e materiale a disposizione dei docenti e degli alunni.

Ritengo importante far crescere le nuove generazioni nel bello e nell’ordine, soprattutto quando è possibile farlo in maniera forse nemmeno così dispendiosa, come può essere la puntualità in un taglio d’erba. E’ una questione anche di stima nei loro confronti, oltre che di forma mentis nel rispetto della natura stessa, natura che, come tante altre componenti della vita di un essere umano, può dare maggior predisposizione al rispetto quando è “in ordine”. Forse dopo sarà anche più semplice far accettare l’importanza nel tenere in ordine il proprio “banco di lavoro” (scrivania o altro che possa essere).

Ringrazio per l’attenzione. Spero che questa mia osservazione possa essere considerata costruttiva, non come la fastidiosa abitudine dei nostri tempi, ossia di volersi sempre e solo lamentare di qualcosa, senza farsi mai andare bene nulla.

Lorenzo Giorda