14
Dom, Dic
97 New Articles

Pellegrini verso l'Assoluto

Società e cultura
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Inizialmente l’Anno Santo cristiano era legato all’idea di pellegrinaggio, andare a Roma, sia come penitenti che come ricercatori di esperienze di fede, ma il pellegrinaggio è una caratteristica di tutte le religioni.
Gli ebrei fino alla distruzione del Tempio (ad opera dei romani nel 70 d.C) andavano Pellegrini in Gerusalemme tra volte l’anno per le tre feste principali chiamate “hag” (danzare in cerchio).

Lo “hajj” è uno dei cinque pilastri dell’Islam: andare pellegrini almeno una volta nella vita alla Mecca nel dodicesimo mese del calendario islamico chiamato appunto “ahu al hijja” (mese del pellegrinaggio). Là si visitano cinque “mauaqit” (luoghi sacri indicati dal profeta Muhamad e in particolare la kaaba, la pietra nera nel cortile interno della moschea della Mecca. Si compiono sette giri intorno e si bacia la pietra. Chi torna dalla Mecca può aggiungere al proprio nome quello di “Hajji”, cioè pellegrino e può indossare in pubblico un copricapo o uno zucchetto bianco.

Quando portavo i miei alunni a visitare la moschea che si trova vicino a piazza Bengasi, l’imam, un giovane molto aperto e simpatico, aveva quel copricapo e ci raccontava del suo pellegrinaggio sacro alla Mecca.

Anche l’induismo indica numerosi luoghi sacri (fiumi, città, villaggi o santuari) in particolare il fiume Gange e la città di Varanasi (che noi conosciamo con il nome di Benares, datole dai colonialisti inglesi) che secondo la tradizione era la dimora del Dio Shiva. I pellegrini vi giungono da tutta l’India per potersi bagnare nelle acque del Gange ed essere così purificati.

Per quanto riguarda il cristianesimo nei tanti testi che ho consultato ho scoperto che abbiamo tre tipologie di pellegrinaggio indicati dalla tradizione ecclesiale per le loro differenti caratteristiche. Vediamole.

1) Pellegrinaggio di venerazione: è quello più antico, nasce già nei primi secoli dopo Cristo, a seguito dell’editto di Costantino che legalizzava il cristianesimo all’interno dell’impero romano. Siamo agli albori del quarto secolo. Molti credenti partivano per visitare i luoghi santi di Israele dove Gesù era vissuto: Betlemme, Nazareth e Gerusalemme divennero meta di pellegrini come raccontano i padri della Chiesa Girolamo, Giustino, Origene ed Eusebio. Tra coloro che intrapresero il viaggio va ricordata Sant’Elena, madre di Costantino che aveva 78 anni quando si imbarcò a Napoli nel 326. A lei - scrisse l’allora vescovo di Gerusalemme – si deve la scoperta del Sepolcro e del Golgota ed anche della croce su cui fu ucciso Gesù. Ancora oggi il pellegrinaggio in Terrasanta (nonostante le turbolenze del luogo) ha un grande fascino per le comunità cristiane che non disdegnano di visitare anche luoghi importanti per i fratelli ebrei, come il Sinai, il monte Carmelo, il Giordano ed il luogo più sacro di tutti, ossia il “muro occidentale”, unico resto del grande Tempio di Gerusalemme che noi chiamiamo (… che brutta abitudine!) “muro del pianto”.

2) Pellegrinaggio in cui si chiede una grazia o si ringrazia per quanto ricevuto: è il più diffuso nel mondo cattolico e sono soprattutto i santuari dedicati alla Vergine Maria quelli più gettonati per questi viaggi. In Italia abbiamo Loreto o Collevalenza, dove tanti anni fa don Paolo Gariglio mi suggerì di andare e fu un’esperienza molto interessante. I Santuari più importanti sono là dove Maria si è manifestata come a La Salette e a Lourdes in Francia o a Fatima in Portogallo. La scorsa estate mi sono recato proprio lì in pellegrinaggio e nel gruppo c’erano anche alcuni amici di Nichelino a condividere questo cammino.

3) Pellegrinaggio penitenziale: molto diffuso nel Medioevo, poiché era un modo per dimostrare a tutta la comunità il propri pentimento per colpe gravi e pubbliche. Era la penitenza che molti vescovi davano ai ricchi e ai potenti di quei tempi per espiare le malefatte. Hai rubato? Hai preso mazzette? Hai corrotto? Hai approfittato della tua posizione di potere? Bene, avrai l’assoluzione, ma come penitenza devi fare un pellegrinaggio (a piedi s’intende!) verso quel tal santuario (Santiago di Compostela, Roma, Gerusalemme) e quando torni lo devi dimostrare! Ecco perché i pellegrini a Santiago ricevevano una conchiglia al termine del pellegrinaggio da riportare al loro confessore per ricevere l’assoluzione e il perdono della comunità.

Chiudete gli occhi e immaginate qualche nostro politico a piedi verso Santiago stanco e lacero..!

Pellegrinaggio è fatica, ma anche conversione. Il libro dell’Esodo ci ricorda che il popolo di Israele fu pellegrino nel deserto 40 anni per purificarsi ed essere degno dio entrare nella terra promessa.

Pellegrinaggio è prendere consapevolezza della propria vocazione: “subito dopo (il battesimo da parte di Giovanni) lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e vi rimase quaranta giorni” (Mc. 1,12). Lo stesso farà Paolo dopo la conversione andando pellegrino a Gerusalemme (At. 9,26) per incontrare la Chiesa.

In questo Giubileo della Misericordia Papa Francesco ci chiede di farci pellegrini verso la porta santa per convertire il nostro cuore ed aprirlo ai fratelli per riscoprire la nostra vocazione e lasciarci abbracciare da Dio.

Enrico de Leon