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Dom, Dic
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Con i nuovi L.e.a. più oneri sulle famiglie

Etica
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Sono in arrivo i nuovi Lea, i "Livelli essenziali di assistenza".
I Lea sono un paniere di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie definite nel 2001 dallo Stato, che le Regioni sono tenute a garantire: un livello minimo di cure e assistenza cioè, sotto il quale non si può scendere, neanche per motivi di bilancio economico, pena inficiare il diritto alla salute garantito dalla Costituzione. Se poi lo vogliono, le singole Regioni possono garantire di più.

All'interno dei Lea troviamo le prestazioni ospedaliere, quelle distrettuali, il medico di famiglia, le vaccinazioni, ecc.

Troviamo poi anche il comparto "socio-sanitario". Quello che a noi interessa maggiormente, perché riguarda le persone non autosufficienti, i malati di demenza, le persone con disabilità intellettiva. Comparto che differisce da quello strettamente sanitario sostanzialmente per il fatto che gli utenti sono costretti a compartecipare al costo della prestazione. Nel 2001 difatti è stato deciso che per alcune fasce di popolazione (gli anziani malati cronici non autosufficienti, i malati psichiatrici, le persone con disabilità intellettiva e altre categorie cosiddette "deboli") le prestazioni quali i ricoveri in strutture residenziali tipo Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), comunità alloggio, la frequenza di centri diurni, le cure domiciliari socio-sanitarie ecc. –  pur garantite dalle Asl – sono in parte a carico dell'utente (in genere il 50%); se l'utente non ce la fa (sulla base dell'Isee) interviene il Comune.

Ora i nuovi Lea introducono a nostro avviso due peggioramenti:

- L'estensione a tutti i cittadini (non solo gli  anziani ultra65enni) del comparto socio-sanitario, ovvero coloro che hanno necessità di cure e prestazioni di durata indefinita a causa di malattie croniche o disabilità – pertanto senza limiti di età. Costoro  dovranno pagarsi circa la metà del costo della prestazione (un ricovero in Rsa costa 80/100 euro al giorno, di cui 40/50 a carico dell'Asl e 40/50 euro al giorno a carico dell'utente),

- è previsto che per le cure domiciliari socio-sanitarie  il Servizio sanitario nazionale finanzi solo prestazioni "professionali" ovvero poche ore di assistenza infermieristica o tutelare alla settimana. Peccato che un malato non autosufficiente o una persona con disabilità e limitata o nulla autonomia abbia bisogno di cure socio-sanitarie 24 ore su 24, che saranno pertanto solo a carico dei familiari, direttamente o mediante l'aiuto di personale di fiducia: niente più contributo o assegno di cura per la badante quindi, e tanti saluti per coloro che oggi ce l'hanno visto che lo perderanno.

Per quanto sopra, oltre a sensibilizzare direttamente Governo e Parlamento, l'Utim con il Csa di cui fa parte, ha lanciato una  petizione online (sulla piattaforma Change.org) con la quale si chiede che nei nuovi Lea sia previsto un rimborso forfettario di 20-25 euro al giorno per le cure a casa sostenute volontariamente dal familiare di una persona non autosufficiente (peraltro contro le 50 che in media l'Asl paga per un ricovero). Speriamo di farcela: risparmierebbe la sanità e starebbero meglio le persone non autosufficienti.

Giuseppe D'Angelo
UTIM Delegazione Nichelino