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Dom, Dic
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A proposito di migrazioni e violenza

Etica
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Abbiamo da poco archiviato l'”evento” della giornata contro la violenza sulla donna.

Abbiamo da poco assistito allo sciorinare delle buone intenzioni, delle condanne, delle esortazioni. Non abbiamo ben chiarito se il patriarcato, come affermazione del maschio, sia estinto (per legge) o sia ancora strisciante tra di noi, subdolamente.

Fatto sta che abbiamo assistito nuovamente all'ennesima opportunità di “confronto” tra maggioranza di Governo ed opposizione pur nel denominatore comune della condanna. Ci siamo abituati, ormai ogni evento diventa occasione di scontro e campagna elettorale. Ma quello che penso non sia tollerabile è il manifestare, trasmettere, falsità, tra l'altro facilmente confutabili, per avvalorare le proprie idee a discapito di chi non può o non è in grado di difendersi suscitando tra l'altro diffidenza se non odio nei confronti di quest'ultimo. Bene ha fatto il quotidiano “La Repubblica” in un articolo a firma Alessia Candito a sconfessare quanto sostenuto dalla Premier e dai suoi ministri: “L’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dalla immigrazione illegale». E ancora: “Verrò definita razzista, ma c’è una incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale da parte di persone immigrate, soprattutto quelle arrivate ‘illegalmente’. "Quando non hai niente si produce una degenerazione che può portare da ogni parte".

Non è onestà intellettuale utilizzare a monopolio i canali di comunicazione più comuni (quanti sono i Tg Nazionali, pubblici e privati?) per diffondere, senza possibilità di replica, pensieri che generino il sospetto, la diffidenza, verso qualsivoglia minoranza. L'invito, per chi voglia e sia in condizione di farlo, è dunque cercare sul Web l'articolo: “Violenze e migranti, il fact checking. Sono più i reati commessi dagli italiani, ma non sono denunciati”.

Malafede già denunciata da Laura Onofri su “il Fatto Quotidiano” che scriveva: “Una retorica xenofoba, ripresa anche dalla Presidente del Consiglio, che, come ormai succede sistematicamente, butta lì delle frasi che fomentano paure verso l’altro, verso il diverso, verso chi arriva nel nostro Paese non su comodi jet, ma sui barconi. Una retorica non supportata dai dati che anzi ci dicono altro”.
Non vado oltre, certo che sia indispensabile, quando possibile, riconoscere il merito di chi non accetta di supinarsi al “politicamente scorretto”.

U.E.