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Dom, Dic
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Un mare di bambini

Etica
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“Nessuno di noi è mai stato lì, nel mare che urla, notti nere come pece, in bilico tra la vita e la morte su piccoli legni e gommoni affondati, alla deriva su un nulla immenso.

Mare, solo mare a perdita d'occhio, con la speranza che da qualche parte compaia una nave e che la morte non si prenda ogni vita”.

Qualche giorno fa in uno stupendo articolo scriveva così Maria Rosa Tomasello all'indomani di un naufragio che ha coinvolto 28 migranti di cui 21 annegati e tra loro tre bambini.

Solo a giugno erano annegati altri 26 minori ad un centinaio di miglia dalle coste calabresi

È sulla drammatica conta dei bambini che voglio soffermarmi

Nel 2023 Save the Children denunciava la morte dal 2014 di almeno 28.000 persone e di queste 1143 erano minori. Solo nel 2023 i minori morti o dispersi nel Mediterraneo sono stati 100, a fronte di oltre 11.600 arrivi senza alcuna figura adulta di riferimento.

Questo anche perché è percentualmente aumentato il numero di minori non accompagnati, ma letteralmente “mandati”, “caricati” sui natanti.

I bambini più fortunati partono al seguito dei propri genitori, a loro si affidano con il loro piccolo fagotto, vivendo il viaggio come un'avventura, almeno nella prima parte. Nessun bambino conosce la paura quando stringe la mano di un padre e di una madre perché sentono che la protezione sta proprio in quella mano salda.

Diversa è la sorte di quanti sono mandati soli e la paura sarà la costante di ogni ora trascorsa senza la presenza e il conforto protettivo di un adulto che ti stringe a sé.

Ma provate ad immaginare la paura di tutti di fronte alla vastità di un mare d'acqua per molti, anche adulti, mai visto prima. La paura si trasforma in terrore.

Io credo che possa bastare questo pensiero nell'immedesimarsi per comprendere ogni dramma vissuto

Il mare li ha inghiottiti, non hanno trovato alcuna mano pronta ad afferrarli.

Che ne sapevano loro dei pericoli di un attraversamento in mare, alla mercé di scafisti senza scrupoli. Che ne sapevano loro di vincoli, regole e/o omissioni che si palleggiano le capitanerie. Che ne sapevano loro di acque territoriali nelle quali non puoi entrare e di confini che gli altri vogliono proteggere e tu non puoi superarli.

Basta questo per capire quanto siano assurde e vergognose le giustificazioni di tutti gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo. Dal 1979 la convenzione di Amburgo prevede che gli sbarchi debbano avvenire nel “porto sicuro” più vicino al luogo di avvenuto soccorso ed invece dal 2022, nel tentativo di bloccare le navi delle Ong impegnate nel salvataggio di migranti in pericolo, in Italia si assiste ad un indegno cortocircuito assegnando porti lontani, costringendole a percorrere centinaia di miglia nautiche che, ovviamente, fanno lievitare, per le Ong, i costi di gestione delle operazioni umanitarie.

Le Ong impegnate con i minori in accordo con il diritto internazionale e con la Convenzione sui diritti dell'infanzia chiedono ai Governi:

- di fornire percorsi più sicuri e legali per la richiesta di asilo

- garantire che i bambini non siano trattenuti in strutture chiuse

- rafforzare i sistemi nazionali di protezione dei minorenni e, indipendentemente dalla loro età, il diritto di accedere a cure ed assistenza adeguate

- coordinare le operazioni di ricerca e soccorso

- garantire lo sbarco in luoghi sicuri

I migranti muoiono e tra loro anche i minori, ma il numero diventa un dato che arricchisce la contabilità tra i vivi e i deceduti, nient'altro. I dati sono “freddi” e freddo rischia di diventare ogni nostro sentimento nei confronti delle tragedie provocate dalle decisioni umane.

Qui si scrive del Mare, del nostro Mare Mediterraneo e quanti sono i bambini che hanno trovato la morte sulla terraferma nell'ultimo anno?

A quale categoria se non a quella della vergogna”, scriverebbe la giornalista Tomasello, può essere attribuita ogni decisione che non ha la visione dell'uomo, ma solo quella di un miope primato politico?

Patrizia Ferrara