- di don Davide Chiaussa -
Carissimi lettori, abbiamo celebrato
il primo Natale insieme. Feste e domeniche che si sono alternate e che ci hanno offerto la possibilità di ritrovarci e di pregare insieme. Abbiamo ancora una volta meditato i misteri della nostra fede, la meraviglia di un Dio che si presenta all’uomo nella forma di un bambino. Un Dio che non fa paura. ma che suscita tenerezza. Alla fine di tanti discorsi su Dio ci rimane l’immagine di Dio che si fa prendere in braccio da un anziano, Simeone, che dice: “i miei occhi hanno visto la tua salvezza”.
Adesso siamo tornati in quello la liturgia definisce il tempo ordinario che erroneamente è considerato un tempo normale, quasi noioso, dove mancano le luci natalizie, gli occhi meravigliati dei bambini davanti ai presepi preparati nelle nostre comunità da tanti papà, mamme, nonni che anche a Nichelino hanno speso del tempo per allestire la rappresentazione della natività di Gesù.
È bello ricordare però, che il quotidiano delle nostre vite è un tempo santo e prezioso. I Vangeli che abbiamo letto nelle domeniche di gennaio ci hanno ricordato che la quotidianità della nostra vita è il tempo nel quale il Signore sceglie di incontrarci, di farsi vedere e sentire vicino. La chiamata dei discepoli, l’incontro in riva al mare avviene proprio in una semplicissima giornata di lavoro. Dove non ci si aspetta nulla, se non di portare a casa la paga per una giornata di fatica. Ma per fortuna non c’è solo il lavoro.
“Venite dietro a me vi farò pescatori di uomini”, sono le parole di Gesù. Colgo in queste parole un invito a ricordare che la nostra vita è un andare incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo, che la quotidianità è tempo di incontro. Possiamo insieme provare a pensare a spazi e momenti dove potersi incontrare e conoscere. Un antidoto alla solitudine e a quella serpeggiante tendenza di chiudersi all’altro.
L’esperienza di questi primi mesi di ministero a Nichelino mi ha dato la possibilità di conoscere persone, famiglie, situazioni di vita nelle quali è stato bello portare una presenza, una vicinanza. Penso in particolare alle famiglie che in questo primo periodo dell’anno hanno salutato i loro cari. Giorni di festa feriti dalla morte di una persona amata. Lo starsi accanto, il portare insieme il peso del dolore, il piangere insieme è stata la parte bella di un momento difficile e doloroso. Vedere che c’è nel cuore di tante persone la capacità di sentire il dolore degli altri e il desiderio di riempire questo dolore con la propria presenza e una parola di conforto, è stato come vedere il volto bello di questa umanità che sarebbe importante valorizzare.
Rilanciamo la proposta a tutti coloro che ne sentissero il desiderio, di provare a pensare insieme spazi di condivisione e di fraternità, spazi informali dove poter esprimere le parti belle della nostra umanità, i difetti già li conosciamo. Un modo anche questo, per trasformare il tempo ordinario in un tempo ricco e straordinario.
Un caro saluto a tutte le vostre famiglie.
Don Davide
Parroco