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Dom, Dic
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250 dollari di risarcimento...

Etica
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L’ho letto giorni fa...e trascrivo testualmente. È accaduto in Repubblica Democratica del Congo:

“Duecentocinquanta dollari per riparare alle violenze sessuali subite. Sarebbe questa la cifra offerta in risarcimento dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alle 150 donne che tra il 2018 e il 2020 sono state violentate dai membri dell’agenzia, operativi sul campo per contrastare un focolaio di Ebola, secondo quanto denunciato da Associated Press. Scandalo che ha visto almeno 83 persone incriminate per “abuso sessuale e sfruttamento” ai danni di centinaia di donne della Repubblica democratica del Congo. La vittima più giovane ha 13 anni” (Il Fatto Quotidiano del 14 novembre).

La malattia del virus Ebola è una febbre emorragica molto grave e spesso fatale che ha provocato epidemie in diversi paesi africani, con tasso di mortalità variabile dal 25% al 90%. Sono focolai che, purtroppo, ogni tanto si riattivano soprattutto nelle zone rurali.  

L’organizzazione mondiale della sanità è l’agenzia delle Nazioni unite specializzata in questioni sanitarie. È stata fondata nel 1946, subito dopo la nascita dell’Onu, ed è entrata in funzione nel 1948.Il suo obiettivo è “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute” inteso in senso molto ampio. Infatti il preambolo della costituzione dell’Oms specifica come per salute non si debba intendere l’assenza di malattia, ma piuttosto uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.

Nobili intenti che stridono con quanto denunciato da Associated Press, ingiustificabile ancor di più in quanto perseguito su donne in situazione di estrema necessità, durante un'emergenza grave, donne già potenzialmente vulnerabili alla violenza dei troppi “armati” locali (in RDC si contano più di 150 gruppi armati illegali). Ancora una volta il corpo della donna è diventato sfogo di pulsioni aggressive, “moneta” di compravendita di qualche beneficio temporaneo (lavoro o favori) ad opera di chi era lì per aiutare, proteggere, curare.

Niente di nuovo, per carità succede anche da noi: emancipati, civili, culturalmente “avanti”.

Ma, accettando che il risarcimento economico sia la giusta risposta, sono monetizzabili la violenza, l'umiliazione, il tradimento della fiducia? Duecentocinquanta dollari…per chi, quando lavora, lo fa per una diaria giornaliera di tre dollari. Per chi vive dell'essenziale, può sembrare grande cifra questo “equo indennizzo”.

Messa di fronte ai dubbi di Associated Press relativi all’esiguo ammontare del rimborso, l’Oms ha dichiarato di avere scelto il compenso per le vittime sulla base delle linee guida globali dell’organizzazione e sulle stime del potere di acquisto in Congo”, prosegue l’articolo del Fatto Quotidiano.

La diaria della dottoressa Gaya Gamehewages, a capo della divisione di prevenzione e risposta allo sfruttamento sessuale dell’Oms, che lo scorso marzo si è recata nel Paese africano per raccogliere le testimonianze delle giovani vittime, sarebbe stata pari a 231 dollari giornalieri.

Ma si sa che il “valore” della persona umana è quantomai legato ai suoi meriti, alle sue origini ed al suo “peso sociale” e alla ragion di Stato. Lo stiamo verificando quotidianamente. messi a confronto con le contraddizioni generate dai vari commentatori delle due guerre a noi “più vicine”: i morti di una parte non hanno lo stesso peso di quelli dell’altra.

Dopo la seconda Guerra Mondiale, probabilmente a seguito dell'onda emotiva che tale disastro strutturale ed umano aveva causato, all' eco di “mai più la guerra”, avevamo visto nascere i “giganti pacificatori” per un’azione globale verso il bene comune, verso la solidarietà per più poveri: ONU (1945), OMS (1945), FAO (1945), UNICEF (1946), UNHCR (1950), PAM (1961).

Oggi ci rendiamo conto dell’impotenza e forse inutilità di questi enti internazionali e di quanto siano diventati di fatto organismi gestiti da burocrazie esasperate e personale strapagato.

Non è mistero: i costi di gestione di questi organismi pesano fortemente sul budget disponibile ed utilizzabile per gli aiuti. Questa è una cosa da tenere presente.

Ci sentiamo presi in giro e traditi ogni qual volta uno spot pubblicitario commovente o patetico chiede un contributo “a sostegno” che in maggior parte sarà usato per mantenere la “struttura”. Così come quando sotto l'egida di una sigla altisonante viene tradita l'integrità morale dell'operatore umanitario al quale chi ha bisogno di aiuto si affida.

Umberto Escoffier