“Un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso”.
Con queste parole termina l’esortazione apostolica di Papa Francesco. Il documento si intitola “Laudate Deum”: il testo si pone in linea di continuità con l’enciclica Laudato si’ e ne approfondisce alcuni aspetti, tenuto conto soprattutto dell’accelerazione dei cambiamenti climatici in questi ultimi anni.
“Con il passare del tempo – scrive il pontefice - mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”, con un impatto destinato a danneggiare sempre più la vita di molte persone e famiglie, in particolare quelle più vulnerabili e più povere.
«Nel tentativo di semplificare la realtà - prosegue Francesco - non mancano coloro che incolpano i poveri di avere troppi figli e cercano di risolvere il problema mutilando le donne dei Paesi meno sviluppati. Ma la realtà è che una bassa percentuale più ricca della popolazione mondiale inquina di più rispetto al 50% di quella più povera”.
Senza abbandonarsi a visioni apocalittiche occorre prendere coscienza che i danni all’ambiente e gravi effetti conseguenti sul clima sono di origine antropica, cioè sono stati provocati dall’uomo. Ci vorrà molto tempo per rimediare, ma non bisogna rassegnarsi. Si può ancora fare molto per invertire la rotta e salvare il pianeta.
La Laudate Deum si sofferma poi sulle capacità ampliate della tecnologia: “a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla danno un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Ma non ogni aumento di potere, è un progresso per l’umanità”. Basti pensare alla costruzione di armi sempre più potenti, in grado di annientare l’intera umanità. Questo paradigma tecnocratico “si nutre mostruosamente di sé stesso” basandosi sull’idea di un essere umano senza limiti etici.
Occorre ripensare la questione del potere umano per riconoscere in tempo “quando il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi”.
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