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Dom, Dic
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Chi protegge i nostri figli?

Etica
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I nostri figli andrebbero protetti e non lo sono. L’eccesso pornografico ruba la capacità di costruire intimità sane.

Le conseguenze sullo sviluppo psicoaffettivo sono gravissime”.

Così in una recente intervista al quotidiano Avvenire Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, sottolinea il disastro provocato dal business della pornografia, amplificato da internet, dai social e da una cultura che la tollera ed anzi la incentiva.

Da questo mondo, distorto e mistificatorio, i giovani sempre di più attingono modelli comportamentali, come stanno a dimostrare efferati e ricorrenti fatti di cronaca. Si tratta di nuove forme di dipendenza che non di rado sfociano in gravi disturbi e patologie della psiche.

Come si può inquadrare questo fenomeno?

Dobbiamo considerare una realtà davvero allarmante, insorto con prepotenza negli ultimi dieci anni e che definiamo ‘erotizzazione precoce dell’infanzia’ – spiega Cantelmi - I nostri bambini sono esposti troppo precocemente e troppo pervasivamente a contenuti erotico-sessuali. Ora questo dato si correla ad un altro dato impressionante: l’accesso alla pornografia ha sfondato il muro degli 11 anni e per gli adolescenti l’educazione sessuale è fortemente basata sulla pornografia. Tutto ciò costruisce cervelli molto sbilanciati sul sistema della dopamina e predisposti alla dipendenza”.

In un libro di una decina di anni fa, che si intitola “Erosi dai media”, ildottor Cantelmi aveva già messo in guardia dal dilagare della pornografia che blocca la capacità di costruire intimità sane provocando serie conseguenze psicopatologiche e relazionali. Inoltre questa ipersessualizzazione martellante nei confronti di adolescenti e di bambini è alimentata da spot pubblicitari, film, fiction televisive, videoclip e videogiochi.

Non possiamo ignorare l’incredibile assenza degli adulti – continua nell’intervista Tonino Cantelmi - Cosa dovrebbero fare? Essere presenti nella vita dei loro figli. E poi evitare parole e atteggiamenti che in qualche modo possano sembrare in sintonia con la cultura negativa della pornografia. Per esempio evitare apprezzamenti e denigrazioni sull’apparenza corporea; guardare in modo indifferente scene di hard; accettare come normalità comportamenti abusanti, ma anche battute, gesti, allusioni. I nostri figli andrebbero protetti e non lo sono. Non li proteggiamo dall’alcol, dalla droga, dal tabacco, dal gioco d’azzardo e tanto meno dalla pornografia. I veri predatori sono gli adulti che consentono tutto a un ragazzo di 12 anni”.