L’enciclica Dominum et Vivificantem di San Giovanni Paolo II illustra l’intima relazione tra Gesù Cristo e lo Spirito Santo nel disegno di salvezza per cui Gesù dice: “egli (lo Spirito Santo) mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annuncerà” (Gv. 16,4).
La suprema e completa autorivelazione di Dio, compiutasi in Cristo, testimoniata dalla predicazione degli Apostoli, continua a manifestarsi nella Chiesa mediante la missione del “Paraclito”, lo Spirito di verità.
Il Padre lo invia nella potenza della sua paternità, ma al tempo stesso lo manda nella potenza della redenzione compiuta da Cristo: in questo senso lo Spirito Santo viene mandato anche dal Figlio.
Nel discorso pasquale di Gesù si raggiunge l’apice della rivelazione trinitaria che si tradurrà nel grande mandato Missionario: “andate dunque e ammaestrate tutte le genti nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). Nella sua vita intima Dio è amore comune alle tre Persone divine. In particolare, nello Spirito Santo, la vita intima del Dio uno e trino si è fatta tutta dono, scambio di reciproco amore. Per lo Spirito Santo Dio esiste a modo di dono per cui egli è l’espressione personale di un tale donarsi, di questo essere - amore. Lo Spirito Santo è Persona- Amore.
