Utilizzo e ricerca spasmodica della tecnologia quale mezzo di soccorso, controllo e “sostituzione” di mani, corpi e menti…
la Rete web e lo sviluppo scientifico possono/potranno realmente porsi accanto o addirittura al di sopra del suo stesso programmatore, nonché “creatore”?
In un recente incontro, organizzato da Biblioteca civica e Unitre, Andrea Aparo, fisico e docente presso l’Università La Sapienza di Roma, ha proposto spunti di riflessione ai cittadini di Nichelino: un’analisi del contesto attuale in cui troppo spesso si evidenziano le criticità e la fallibilità dell’essere umano piuttosto che soffermarsi sulle sue capacità, risorse, potenzialità.
L’era digitale e dell’interconnessione sono la conseguenza di uno sviluppo scientifico sempre più impattante per e nella vita, specialmente dal punto di vista relazionale. A proposito di avanzamento tecnologico non si può non porre sotto i riflettori il tema dell’Intelligenza artificiale. Un ottimo spunto indicato dal PhD Aparo è il manuale “A citizens guide to artificial intelligence” in cui si affrontano tematiche relative alla connessione e apparente collaborazione tra “ricostruzione di vie neurali” e scienza. La Rete ha una memoria infinita e i vari dati (i “Big Data”) elaborati assumono significato solo se combinati attraverso specifici collegamenti. “Intelligence”, in tal senso, rimanda al concetto di informazione su larga scala senza avere, in sé, la comprensione effettiva di quanto gestito.
VITA SIMULATA?
È possibile configurare un robot o un altro mezzo informatico affinché svolga determinati compiti, ma senza sapere dove e in che modo il sistema possa evolversi; lo si può osservare mentre “cura” lavorando su archivi di immagine, ma gli algoritmi che stanno alla base non sono discriminanti. Un numero sempre maggiore di informazioni disponibili. Rilevazioni di anomalie sempre più minuziose, configurazioni sulla base di combinazioni di probabilità accessibili in più ambiti: questo è ciò che la Rete e il progresso ci mostrano, ma quali sono le criticità che determinano il timore di una trasformazione della cultura umana in una sorta di “simulazione” dell’esperienza reale?
La nostra vita non è sempre fatta di scelte razionali, consapevoli del guadagno ottenuto intraprendendo una determinata strada; in gioco entrano le emozioni, la sfera delle passioni e dei sentimenti che guidano, orientano, motivano ad agire. Se raccontata, risulta essere la somma di molteplici biforcazioni collegate da un apparente filo logico, mentre la ricostruzione delle vicende è influenzata da “bias cognitivi” (credenze distorte basate su preconcetti) che modificano la percezione della realtà. Da un lato bisogna poi tener conto della creatività di cui l’uomo si serve in risposta a desideri e a richieste esterne e dall’altro lato “dell’agentività” che, secondo lo psicologo Albert Bandura, consiste nella capacità di attivarsi in vista del raggiungimento di uno scopo. Una progettazione, quindi, che guarda al futuro con speranza e positività: la capacità di sognare è propria dell’uomo e contribuisce ad un suo avanzamento proiettandolo in avanti anziché indietro. In altre parole si tratta della curiosità e del desiderio di esplorare e scoprire, di creare dal nulla dando un nome, realizzandosi - come sostenne il filosofo Baruch Spinoza - mediante le sue opere.
Ci si chiede, dunque, fino a che punto i comportamenti umani possano essere matematizzati e se una macchina possieda la caratteristica dell’agentività, al di là dei giochi procedurali per cui è stata inventata.
Si può attribuire ad un sistema di intelligenza artificiale una responsabilità legale? Il controllo attraverso la Rete quanto può contribuire a far insorgere vissuti impattanti negativamente sulla qualità di vita? Come rimanere, stando alla definizione proposta dal filosofo greco Aristotele, un “animale sociale”?
Sono tutti interrogativi con i quali dovremo fare i conti. Ma sin d’ora è bene tenere a mente che ogni essere umano è unico, e in quanto tale va considerato e valorizzato evitando rigide generalizzazioni, intervenendo con “mano, testa e cuore” sulla base di variazioni che solo un vero “chirurgo” può rilevare.
Lorena Viale