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Dom, Dic
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E verrà Natale...

Etica
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Era il 10 ottobre: i panettoni già campeggiavano sui pianali del supermercato.

Anche se l’Avvento ha avuto inizio il 27 novembre, meglio precedere i tempi dell'attesa. Forse la gola vuole un anticipo del gusto natalizio di quel dolce impasto o forse, complice, è la temuta batosta della spesa energetica invernale che taglierà le spese natalizie: meglio immettere per tempo sul mercato il lavoro estivo...

Il periodo prenatalizio poi diventerà un frenetico avvicendarsi di proposte, di ammiccamenti culinari e non solo. Un vortice che risucchia le menti e trascina i corpi in corse sfinenti perché al Natale non manchi niente...

Quel che veramente manca alla tavola del consesso mondiale (Pace, attenzione all'ambiente, risorse nuove sul mercato del lavoro, riduzione degli sfruttamenti di territori ed impoverimento delle popolazioni residenti...) viene dimenticato. Ci siamo abituati ad attendere e vivere così il Natale.

Certo, Natale verrà … ma il Natale ha un solo messaggio e, che ci piaccia o meno, è destinato a chi vuol lasciarsi trasformare.  Diversamente nulla cambierà. Il Natale non compirà alcun miracolo, non ci sarà alcuna stella abbagliante ad indicarci la via per tentare di aggiustare le carte di un gioco che sta diventando troppo pericoloso.

Natale verrà … con un mondo sempre più percorso da sanguinose guerre. Si contano almeno 59 conflitti in corso, dei quali 22 ad alta intensità e 5 avviati solo nell'ultimo anno

Natale verrà … con l'inarrestabile processo di desertificazione del suolo che sta colpendo più di 200 Paesi e che coinvolge più di un miliardo di persone.

E questo porta ad un aumento dei movimenti migratori tale da stimare in circa 281 milioni i migranti internazionali. Per la prima volta nella storia il 2022 ha segnato la cifra record di 100 milioni di persone costrette a lasciare forzatamente il proprio Paese.

Natale verrà, sì… anche per le classi dirigenti di molti Paesi che, in troppi casi, continuano ad essere totalmente inadeguate rispetto ai bisogni delle popolazioni, depauperando ed offendendo la loro terra con la propria ingordigia.

Voi direte: “ma cosa c'entra il Natale adesso con tutto ciò?”. Per noi c'entra, eccome.

È promessa di Vita nuova per tutti coloro che vogliono credere, ma è promessa che chiede impegno e partecipazione. Non possiamo accantonare quel che scorgiamo e ascoltiamo, percependolo come realtà “d'inciampo” dei nostri giorni.         

Natale non può ridursi all'attesa rassegnata di una soluzione che ci giunga dall'alto, è un messaggio che ci deve scuotere ed impegnare concretamente verso un obiettivo, verso un cambiamento.

Non possiamo ingenuamente rifugiarci nell’augurio di un ennesimo generico “Natale di Speranza”.  La parola speranza viene dalla radice “spa” del sanscrito che vuol dire agire verso il superamento di un limite. Crediamo quindi che l'augurio non possa esaurirsi in un adagiarsi in attesa, ma, al contrario, sia invito ad operare per il tempo che verrà.

Patrizia Ferrara