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Dom, Dic
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Il peccato che può portarci all'annientamento globale

Etica
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Il mese scorso il Covid, a distanza di due anni dal suo insorgere, era ancora l'ossessione comune, pur nel suo apparente regredire. Ma quindici giorni dopo le cose sono cambiate.

Era nell'aria: le esercitazioni sul confine, gli echi di una ripresa della corsa al riarmo… Le truppe russe hanno invaso l'Ucraina, nella volontà di riannettere alla “Grande Madre” una nazione indipendente politicamente, ma tentata, per semplificare, dalle “lusinghe” europee ed occidentali.

Hanno invaso, trovando una resistenza che forse non era prevista... ed è diventato un massacro. Non è mia intenzione dissertare sulle motivazioni, i trascorsi storici, i meccanismi geopolitici, le tensioni che hanno spinto il Cremlino a questo passo estremo.

Stiamo vivendo però anche noi, lo percepiamo, un clima di “pre conflitto” pur non essendo ancora umanamente coinvolti.

Miltarmente sì: il Parlamento ha approvato, quasi all'unanimità, lo stanziamento di ulteriori 38 miliardi di Euro (104 milioni al giorno) per spese militari, il 2% del PIL nazionale.

L’Unione Europea manda armi all'Ucraina, impone sanzioni pesantissime alla Russia, ma che si ripercuotono anche su se stessa, Putin minaccia ritorsioni ecc.

Sui media siamo passati dal “virologo dappertutto e ad ogni ora” alla presenza fissa di corrispondenti di guerra, generali, strateghi, osservatori militari e così via: un nuovo reality di sofferenza, di morte, distruzione per le telecamere e le penne dei giornalisti.

Stiamo tristemente realizzando che la globalizzazione, fin che ha retto, presentata come logica conseguenza dell’abbattimento dei confini, ha avuto carattere squisitamente “economico” e molto poco sociale, per nulla umano.

La cattolica Polonia si sta rivelando, con l’Ungheria, uno degli stati più resistenti all'accoglienza: accetta i profughi ucraini in transito, ma bastona, respinge e lascia morire quelli di diversa origine.

Insomma si è imboccata una via buia e pericolosa, che unita a tutti gli altri problemi umanitari, ecologici, sociali, sanitari, economici che ci assediano, induce al pessimismo e smorza pesantemente le aspettative o le speranze per il futuro.

Penso a quanto siamo vicini ad un possibile “epilogo globale” per un possibile atto bellico estremo e a quanto stiamo rischiando di “perdere definitivamente”.  

Mi viene in mente un ricordo… quaranta anni fa, forse addirittura qualcuno in più, Chateau Beaulard, corso di Esercizi Spirituali: don Paolo (il parroco di allora) ci spiegava che Creazione ed Evoluzione non sono così “antitetiche” ed inconciliabili, con argomenti che ora faccio fatica a richiamare alla mente...ma molto convincenti, almeno per il me stesso di allora. Li faccio miei anche ora, pur con qualche dubbio in più, ma solo per concedermi un pensiero sul possibile “esito   finale” che, ammettiamolo, tutti noi temiamo. È ormai idea consolidata in me che sull'uomo, sulle scelte fatte sinora, sui limiti che non ha voluto porsi, sulla sua aggressività, ricada la responsabilità di quanto sta gravando sul nostro Pianeta.  È una responsabilità pesantissima sia che si abbracci il pensiero evoluzionista, sia che ci si abbandoni all'idea dell'atto iniziale di un Creatore.

Nel primo caso “prendiamo a schiaffi” milioni di anni di evoluzione. Noi, cronologicamente “ultimi animali” arrivati sul pianeta, per motivi biologici e genetici ci siamo differenziati ed evoluti tanto da sviluppare intelligenza e coscienza di sé. Adesso rischiamo di decretare la fine irrevocabile di una realtà, una “bellezza”, forse unica nell'universo e probabilmente irripetibile.

Ecco, da questo punto di vista il vero “virus” letale per il pianeta è proprio l'uomo, come un'area ecologista sostiene da tempo.

Chi crede si affida in maniera maggiore o minore all'idea di una “Volontà Suprema” che ci ha desiderati e voluti, traducendo i sette giorni della didascalica “Genesi Biblica” nei tempi dell'evoluzione naturale. Fin dall’inizio Dio ama e concede all'uomo tanta libertà nel suo agire da permettergli di compiere anche atti che si oppongono all'Amore.

Possiamo tradire questo estremo atto di fiducia? Possiamo “buttare in spazzatura” il magnifico frutto della Volontà Superiore? Evidentemente sì, liberi come siamo. Quante volte l'uomo approfittando di questa libertà ha scelto e sceglie ancora di uccidere, bruciare, offendere il pianeta?

Quante preghiere nei secoli, quante invocazioni di madri disperate, di uomini e donne stremati, sono rimaste inascoltate nel rispetto di questa libertà?

Comunque andranno le cose, credo che l'unica preghiera che la mia bocca riuscirà ad esprimere sarà una richiesta di perdono, se perdono potrà esserci. Il perdono per quello che sì, veramente, è l'unico peccato che potrà portarci all'annullamento totale.

Umberto Escoffier