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Dom, Dic
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Come spiegare ai giovani il senso e la bellezza del matrimonio

Etica
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- di don Mario Aversano -
Da diversi anni, la chiesa e la società assistono a un processo di crisi dell’istituto del matrimonio.
Non solo diminuisce costantemente il numero delle celebrazioni ma, a fronte delle trasformazioni culturali, risulta più fragile la tenuta delle famiglie e sempre più spesso la scelta del matrimonio religioso appare poco radicata in un consapevole cammino di fede. Le parrocchie avvertono il bisogno di offrire cammini di preparazione al matrimonio capaci di orientare i giovani al senso e alla profondità del sacramento, senza dare per scontato che chi chiede di sposarsi in chiesa abbia chiaro il significato di questa scelta.

Tale disorientamento deve diventare occasione di riflessione e di rinnovamento, così come ci ha ricordato papa Francesco al Convegno Ecclesiale di Firenze: "Oggi non viviamo un'epoca di cambiamento quanto un cambiamento d'epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono sfide nuove che per noi, a volte, sono perfino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo e opera nel mondo".

CHIAMATI ALLA RESPONSABILITÁ

Attraverso la riflessione avviata dal Sinodo sulla Famiglia e l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, Papa Francesco e i padri sinodali chiedono alle comunità di sentirsi sempre più responsabili dei futuri sposi: «La complessa realtà sociale e le sfide che la famiglia oggi è chiamata ad affrontare richiedono un impegno maggiore di tutta la comunità cristiana per la preparazione dei nubendi al matrimonio". Non si tratta più di un compito che riguarda esclusivamente gli operatori della pastorale familiare, il singolo parroco e i diaconi, ma coinvolge tutta comunità cristiana: le coppie, i religiosi e ogni singolo battezzato sono responsabili, con il loro esempio e la loro vicinanza, dei giovani e del sacramento delle nozze che celebrano. Innanzi tutto riconoscendo "che accompagnare il cammino di amore dei fidanzati è un bene per loro stessi", trovando " i modi, attraverso le famiglie missionarie, le famiglie stesse dei fidanzati e varie risorse pastorali, per offrire una preparazione remota che faccia maturare il loro amore con un accompagnamento ricco di vicinanza e testimonianza".

CHE FARE?

La domanda "che cosa dobbiamo fare?" spesso diventa il tormentone della nostra attività pastorale e rischia di portarci verso delle ansie da prestazione.

Papa Francesco ci invita alla calma! Uno dei principi a lui più caro é "Il tempo è superiore allo spazio". Con questa affermazione il papa ci chiede di non limitarci a “possedere” degli spazi, a fissare degli steccati, ma di lavorare per accompagnare il processo di crescita delle persone: "Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi". Imparare ad amare qualcuno, essere capaci di un impegno pieno e definitivo, non è qualcosa che si improvvisa, né si impara in un corso, è un processo che dura tutta una vita: "ogni persona si prepara per il matrimonio fin dalla nascita"

Questa esortazione ci chiede un triplice movimento:

1.      Di fronte a giovani adulti che decidono di sposarsi senza essere maturati come persone, vi è la necessità di porre in atto iniziative pastorali a livello formativo e culturale che sostengano prima di tutto i responsabili della crescita umana dei ragazzi (genitori, preti, religiosi/e, catechisti, educatori, accompagnatori vocazionali, insegnanti), sul tema dell'educazione degli affetti e della costruzione dell'identità. Questa è la preparazione più importante per ogni uomo e donna che ha bisogno di strumenti per capire quale sia la sua vocazione.

2.      Di fronte ai molti fallimenti coniugali causati da problematiche relazionali di carattere psicologico, sessuale, sociale etc., la comunità oltre ai percorsi di preparazione al matrimonio deve porre in atto iniziative formative e di accompagnamento personale su tematiche psicologiche, pedagogiche, sessuali, spirituali, capaci di accogliere i futuri sposi e le giovani coppie con le loro storie, i loro limiti e i loro talenti ed innescare dei processi di crescita e maturazione, con la consapevolezza di non essere soli e che intorno a loro vi è una comunità di persone e professionisti che li possono accompagnare nel loro percorso e in particolare nei momenti di difficoltà.

3.      Come recentemente rilevava Papa Francesco, "una parte dei nostri matrimoni sacramentali sono nulli, perché loro [gli sposi] dicono: “Sì, per tutta la vita”, ma non sanno quello che dicono, perché hanno un’altra cultura. Lo dicono, e hanno la buona volontà, ma non hanno la consapevolezza"

MATRIMONI NULLI?

Al problema del “moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti”, Papa Francesco propone un antidoto: “un nuovo catecumenato in preparazione al matrimonio”. Vale a dire “un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio”.

Le coppie devono essere aiutate a passare dalla liturgia del rito alla liturgia della “vita a due” alla quale il rito prepara e nella quale il rito si realizza giorno dopo giorno.

Questa preparazione potrebbe aiutare le coppie a prendere maggior coscienza del passo che stanno per compiere e, attraverso l'accompagnamento e il confronto con gli operatori pastorali e i sacerdoti che li affiancano nel percorso, arrivare alla decisione (dove necessario) di non celebrare un matrimonio sacramentale. In questi casi la comunità dovrà fare un ulteriore sforzo per non abbandonare quella coppia, ma con delicatezza proporre loro un cammino di crescita spirituale che li condurrà un domani al sacramento.

Sempre la comunità è chiamata a partecipare attivamente alle celebrazioni delle nozze, cercando di rendere la celebrazione più "bella" e "gioiosa", facendo trovare agli sposi una chiesa accogliente, proponendo di accompagnare la liturgia con canti e intenzioni di preghiera e magari festeggiarli con un piccolo "regalo" di nozze (una bibbia, un'icona, un crocifisso...), come segni della vicinanza e dell'affetto verso le coppie.

CULTURA DELL'AMORE

L'Amoris Laetitia ci mette di fronte alla necessità di comprendere che, come sono cambiate le coppie che si presentano alle nostre comunità con la richiesta delle nozze, così deve cambiare la nostra pastorale prematrimoniale. Serve una cultura dell'amore, ma ancor di più serve fare esperienza dell'amore ricevuto e donato fin dalla nascita. Sicuramente sono necessari percorsi di preparazione, ma questi non devono essere soltanto luoghi di trasmissione di contenuti, come ricorda il Papa "non si tratta di dare loro tutto il Catechismo, né di saturarli con troppi argomenti. Anche in questo caso, infatti, vale che non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e il gustare interiormente le cose”.

I percorsi di preparazione al matrimonio devono dunque essere luoghi dove si fa esperienza di fede, luoghi dove si narrano delle storie di vita alla luce della fede e che innescano dei processi di crescita e maturazione che troveranno compimento negli anni a venire. Bisogna far fare esperienza di Cristo, un Dio che si è fatto carne e nella carne e nella storia di ogni uomo, di ogni coppia, si manifesta per amare gli altri uomini.

D. Mario Aversano