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Dom, Dic
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Lavoro, la sfida che ci lanciano i giovani

Etica
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- di don Gianfranco Sivera* -
«Abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento, perché lentamente li abbiamo emarginati dalla vita pubblica obbligandoli a emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono
o che non permettono loro di proiettarsi in un domani». Sollecitato da queste recenti parole di Papa Francesco e a pochi giorni dalla festa di don Bosco, modello e riferimento per ogni educatore, mi pare doveroso riproporre la questione giovani e lavoro.

Don Bosco, di fronte ai tumultuosi cambiamenti nel mondo del lavoro, nella seconda metà dell’800, seppe interpretare le esigenze dei giovani lavoratori. Per tutelarli al meglio dai soprusi si fece persino ideatore del primo contratto di apprendistato che era firmato dal datore di lavoro, dal giovane, dal genitore ed in sua assenza da don Bosco stesso.
Oggi i problemi e le difficoltà che incontrano adolescenti possono sembrare di tutt’altro genere, e certamente lo sono, ma rimangono attuali il desiderio, la speranza, la volontà, così come le fatiche che possono accendere ma anche purtroppo spegnere i loro sogni con una drammatica ricaduta sull’intera società.
Gli anni della crisi economica e finanziaria non sono alle spalle: non si può negare, tuttavia, che alcuni timidi segnali di ripresa si affacciano sui vari orizzonti della nostra convivenza civile.

In questo quadro di transizione, su cui le incertezze del domani continuano a pesare e le possibilità di rinascita appaiono ancora limitate, un’attenzione speciale meritano i giovani. Non a caso è la categoria che più di altre ha detto “no” al recente referendum di riforma costituzionale, forse più per esprimere protesta e disagio che non in merito alla proposta stessa .

La prima sfida che le giovani generazioni lanciano alla società civile e alle istituzioni politiche e sociali del Paese è proprio quella del lavoro: la percentuale della disoccupazione giovanile resta a livelli allarmanti. Si allarga la fascia dei cosiddetti “Neet” - “Not (engaged) in Education, Employment or Training”, persone non impegnate nello studio, nell’impiego o nella formazione. Persone giovani di età, ricche di potenzialità, si trovano a sciupare i loro giorni senza prospettive, spinti dalla noia del vuoto a cercare evasioni o stordimenti illusori.

Il lavoro non è un “optional” di cui si possa fare a meno. Chi non ha lavoro sperimenta un senso d’inutilità, di vuoto e di alienazione, che rischia di minare alla base l’equilibrio personale e l’amore alla vita e al prossimo.

Di fronte a questa situazione, non solo i responsabili della vita politica, ma ognuno che ne abbia la sia pur minima possibilità deve contribuire a creare lavoro. Appare evidente l’immoralità di certi comportamenti - purtroppo frequenti nel recente passato - come quello della delocalizzazione di aziende, motivate dalla ricerca di condizioni il più possibile vantaggiose per le imprese anche se a danno dell’occupazione. Non possiamo permetterci di perdere intere generazioni che sempre più numerose emigrano all’estero e continuare a lamentarci o attendere che il Governo centrale si muova più decisamente su questo ambito.

La sfida richiesta dall’attuale situazione dei giovani in Italia (e non solo) è anche quella di riconoscere loro il diritto al rispetto della loro dignità e alla partecipazione creativa ai processi decisionali nella vita familiare, sociale e politica. Da destinatari a soggetti e protagonisti delle scelte che si operano nei loro confronti.

Perché questo avvenga è necessario investire al massimo nella formazione e nell’offerta di possibilità che aiutino i giovani a crescere in apertura mentale, conoscenza e passione per la vita e per il bene comune. Accendere nel cuore di un giovane il desiderio del bene, educare l’affettività, formare all’impegno vissuto anzitutto come dono di sé, alimentare nei cuori dei nostri ragazzi il desiderio di Dio e l’attenzione ai più deboli: è questa una sfida che dovrebbe riguardare tutti, non solo i credenti.

Anche per questo Papa Francesco ha deciso di dedicare ai giovani il Sinodo dei Vescovi che si svolgerà nel 2018. È più che mai l’ora di prestare attenzione ai giovani con un nuovo, generoso e appassionato impegno con loro e per loro.

 

*Parroco Madonna della Fiducia e San Damiano