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Dom, Dic
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La sanità sta cercando di invertire rotta

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Corsi e ricorsi del sistema sanitario. Ai tempi della riforma negli anni Settanta del secolo scorso la parola d’ordine fu a lungo “decentramento” con l’intento di creare una rete di servizi su base territoriale, alternativa ai grandi poli ospedalieri.

Poi per qualche decennio si assistette ad una vera e propria inversione di tendenza e la parola d’ordine tornò ad essere “accorpamento”.

Pare ora che il vento stia di nuovo cambiando, perché la Regione Piemonte sta varando un piano per realizzare 90 “Case di Comunità” e 27 “Ospedali di Comunità”. In molti casi si tratta di strutture esistenti (poliambulatori e piccoli ospedali) che dovrebbero essere riorganizzate e arricchite di nuove funzioni.

I meno giovani ricorderanno i tempi dell’USL 33 e poi dell’ASL 8, quando il poliambulatorio di via Debouchè nelle premesse doveva diventare a tutti gli effetti un day hospital e un day surgery. Con alterne fortune si assistette invece negli anni successivi ad una riduzione dei servizi e all’allungamento delle liste di attesa per effetto dei periodici tagli alla sanità.

In questo processo altalenante fa testo pure il caso dell’ospedale “unico” dell’ASL To 5. Praticamente da sempre è in programma la costruzione del nuovo ospedale di Moncalieri. A lungo si discusse sul sito, finché - siamo all’inizio del nuovo millennio - si decise costruirlo in zona Carpice tra Nichelino e Moncalieri, ma non se ne fece nulla. A un certo punto si profilò l’opportunità di un unico ospedale per l’ASL To 5 in sostituzione anche delle strutture di Chieri e Carmagnola. Ne seguì un’annosa disputa tra Comuni, non ancora risolta, al termine della quale si individuò un’area in zona Vadò/Cenasco tra Moncalieri e Trofarello.

Sempre che ci si metta d’accordo sull’area, dovremmo comunque a questo punto essere ad una svolta per quanto riguarda i finanziamenti che in passato puntualmente costituivano il punto dolente per tradurre le promesse in realtà. Adesso nel Pnrr – Piano nazionale di ripresa e resilienza è prevista una pioggia mai vista di fondi europei per il comparto sanità. Per il Piemonte, da qui al 2026, ci sono sul piatto 535 milioni di euro di cui 200 milioni da destinare appunto a Case e Ospedali di Comunità.  Secondo le indicazioni del Pnrr questa nuova rete socio-sanitaria delle case di comunità dovrà essere in grado di rispondere alle esigenze di “ricovero breve per pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, intermedia tra la rete territoriale e l’ospedale con massimo 40 posti letto”.

Per restare all’ASL To 5 uno dei nodi da sciogliere è ancora una volta quello del nuovoospedale. Qualche mese fa il Comune di Nichelino, sperando di superare la situazione di stallo sull’ubicazione, aveva dato la disponibilità a destinare un’area in via Debouchè (al posto di edilizia residenziale) accanto alle due nuove RSA e al poliambulatorio con l’intento di consolidare l’insediamento di strutture sanitarie nella zona. Per intanto però si tratterebbe di capire se resta in piedi l’idea di ospedale “unico” o se si torna a quella precedente del “nuovo ospedale di Moncalieri”. La questione non è di secondaria importanza, perché sul tema potrebbero rimettersi in moto le diverse posizioni tra Comuni sull’individuazione del sito, considerato che i paesi più periferici dell’ASL To 5 sono addirittura in provincia di Asti.  

Si è dunque in attesa di conoscere i dettagli del piano della Regione Piemonte per la realizzazione delle nuove strutture da finanziare con i fondi del Pnrr.