Si intitola “Riconoscimento del diritto esigibile alle cure sanitarie e socio sanitarie per i malati cronici non autosufficienti e per le persone con gravi disabilita non autosufficienti”.
È l’Ordine del giorno recentemente approvato all'unanimità dal Consiglio comunale di Nichelino, dopo una preliminare e approfondita discussione in Commissione politiche sociali.
L’approvazione dell’Ordine del giorno fa ben sperare, affinché nel nostro territorio sia sempre più riconosciuto il diritto esigibile alla continuità delle cure. Diritto già previsto dalla normativa di riferimento (legge 833/1978 e Lea, in primis), ma purtroppo non di rado disatteso per le fasce più indifese della popolazione (persone malate/con disabilità non autosufficienti).
Si tratta di un tema che ci coinvolge tutti. Riguarda innanzitutto i nostri cari più anziani (nonni, genitori…), ma anche noi stessi in un prossimo futuro. Per cui è bene cominciare a pre-occuparsi!
E così la Politica, quella che rappresenta gli interessi di tutti i cittadini e pertanto anche di quelli non autosufficienti e incapaci di difendersi, deve riprendere in mano pienamente le redini in materia di Sanità. Forse troppo spesso deposte e lasciate a coloro che poi si sono dimostrati più interessati al profitto che al pieno rispetto del diritto alla salute, soprattutto per quanto concerne le cronicità e la non autosufficienza.
La pandemia che stiamo ancora affrontando ha infatti fatto emergere criticità latenti. L’Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale le evidenzia e prova a proporre alcune incisive risposte.
È fondamentale innanzitutto l’innalzamento degli standards sia di cura sia di personale delle Residenze sanitarie-assistenziali, le Rsa. Gli anziani malati che vi sono ricoverati, come ha anche ricordato l’Ordine dei Medici di Torino in una recente nota, sono molto più malati di quelli ospitati venti o più anni fa. Hanno spesso demenze e sono presenti più patologie (per cui non sono “ospiti” delle Rsa, come si usa dire, bensì veri e propri “degenti”). I tempi di cura previsti dalle norme regionali per Oss, infermieri, ecc. non sono più adeguati e vanno elevati. I fatti di cronaca denunciati sui giornali in queste settimane, relativi anche al diffuso e deprecabile utilizzo delle contenzioni, evidenziano la gravità della situazione.
Altresì fondamentale è garantire il diritto prioritario alle prestazioni domiciliari. Per le persone malate croniche non autosufficienti non basta per esempio la “telemedicina” (vedi “Recovery plan”, Missione 6 - PNRR). È necessario poter prendersi cura dei malati non autosufficienti a casa 24 ore su 24. Pertanto occorre prevedere il diritto alle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie domiciliari comprensive di un contributo al familiare che se ne occupa (“assegno di cura”) attinto dal Fondo sanitario nazionale/regionale e pertanto erogato dall’Asl: niente di più di quanto riconosciuto dalla Sanità in caso di ricovero in una Rsa.
UTIM Nichelino