Qualcuno si chiederà cosa c’entra Nichelino con i vini della California.
Diciamo allora che questa storia è un po’ complicata, ma abbastanza curiosa.
Ebbene, in California nella Napa Valley, al numero 2950 di Sage Canyon Road comune di St. Helena, c’è la sede della Nichelini Family Winery, rinomata azienda vitivinicola. È la più antica cantina della zona ed è di proprietà della stessa famiglia dal 1890, cioè dall’anno di fondazione, tanto da risultare iscritta nel National Register of Historic Places, il registro nazionale dei luoghi storici. Da lì escono in bottiglie numerate vini di grande pregio, come Zinfandel, Petite Sirah, Primitivo, Cabernet Sauvignon, Merlot, Sauvignon Blanc, Sémillon, Muscadelle e altri. Provengono tutti da vitigni di origine europea che in California hanno magnificamente attecchito, grazie all’iniziativa di pionieri come il personaggio che andiamo a presentare.
Questa cantina infatti è tuttora gestita dai discendenti di tal Anton Nichelini. Il nome completo era Giuseppe Antonio Nichelini che giunse da quelle parti nella seconda metà dell’Ottocento. Aveva attraversato l’oceano e tutta l’America, come tanti migranti provenienti dall’Europa, fino a San Francisco.
Eccolo qui - direte voi - di sicuro arrivava da Nichelino. Assolutamente no. Lui proveniva da Verscio, un ridente paesino svizzero del Canton Ticino. Se ne andò da bambino prima in Francia con uno zio, poi raggiunse il padre in America. Faceva il minatore, ma iniziò anche a coltivare viti e in quel settore fece fortuna. Nel 1884 si trasferì nella Napa Valley nel nord della baia di San Francisco, fu lì che conobbe e sposò Caterina Corda, migrante italiana. La coppia ebbe dodici figli, tra cui Al Nichelini, giocatore di football americano che negli anni Trenta del secolo scorso ebbe una certa notorietà giocando come running back nei Chicago Cardinals.
Però in tutto questo che c’entra la nostra città di Nichelino…?
Anton morì nel 1937. I suoi nipoti e pronipoti continuarono a coltivare vigne. I vini Nichelini in California, e non solo, divennero famosi. Sul web si trovano parecchie informazioni a riguardo, compreso uno studio intitolato “The Story of Anton Nichelini & His Family”, la storia di Anton Nichelini e della sua famiglia, scritto una quindicina di anni fa da Kathy Kernberger e Shirley Penland e pubblicato sul sito Camonica Club. Non stiamo a chiederci come ci sia finito (…altri menti non se ne esce più), dal momento che questo sito web si occupa di alcune famiglie discendenti dell’antica popolazione dei Camuni che ora risiedono in Nord America…
Per farla breve c’è anche tutta la storia della famiglia Nichelini dalle origini ai giorni nostri. E si parte proprio da lontano. Infatti a un certo punto ecco finalmente comparire Nichelino…
Così leggo e così riporto: “I registri della chiesa di Verscio (n.d.r … il paesino svizzero di cui sopra) iniziano nell'anno 1600 e c'è un tizio registrato con il nome Nichelino che, dopo la morte della sua prima moglie, sposò un'altra donna e per quanto ne sappiamo cambiò il suo nome in Nichelini. Tutti i Nichelini di oggi discendono da lui.
La storia romantica, non provata, è che alla fine del 1500 questo tizio viveva a Nichelino, in Italia, un sobborgo di Torino. Il suo cognome era Righetti, si era innamorato di una donna, ma nessuna delle due famiglie approvava la nuova unione. Così i due fuggirono, con abbastanza soldi, a Verscio, in Svizzera, e lì acquistarono un titolo di “patriziato” con relativi beni e diritti. Cambiarono nome e scelsero Nichelino, cioè il nome del loro paese natale. Nessuno a Verscio aveva un nome che finisse con la lettera ‘o’. Così Nichelino, quando si risposò, cambiò la ‘o’ in una ‘i’, o almeno così racconta la storia”.
Pensate un po', il borgo di Nichelino nel Cinquecento era un piccolo gruppo di case perso in mezzo alla campagna e persino i conti Occelli dovevano ancora arrivare. Chissà ora come accidenti avranno fatto, laggiù in California, a venire a sapere queste cose. Ma che volete mai, il mondo è piccolo e gira gira qualcuno di Nichelino lo trovi sempre.
M.C.