Nel 1740 il conclave che seguì alla morte di Clemente XII, dopo 6 mesi e 254 scrutini,
elesse il 247° successore di Pietro: il cardinale di Bologna Prospero Lambertini che prese il nome di Benedetto XIV. Si narra che durante il conclave a chi gli chiedeva chi avesse voluto come Papa rispondesse con ironia: “Volete un santo? Eleggete Gotti; volete un politico? Eleggete Aldobrandini; volete un asino? Eleggete me”.
In realtà Benedetto XIV è considerato il papa più importane del XVIII secolo, “il secolo dei lumi”. Colto, gioviale e rispettoso delle idee altrui, ebbe la stima di protestanti, giansenisti e perfino di Voltaire. È stato definito il Giovanni XXIII del Settecento. Quel tempo era epoca di grandi cambiamenti che coinvolgevano anche la Chiesa. Senza incertezze mostrò di saper distinguere tra la sovranità spirituale e quella temporale affermando che la prima deve comunque prevalere. Istituì nelle università pontificie nuove cattedre scientifiche con laboratori di fisica e di chimica, fondò accademie di archeologia, di anatomia e di storia dell’arte. Montesquieu lo definì “Papa degli scienziati”. Ridusse il numero delle feste comandate, riformò il breviario. Il figlio del ministro inglese, lord Walpole, volle erigergli un monumento, a testimonianza della stima degli anglicani per “il migliore dei pontefici”.
Con la bolla Peregrinante a Domino del 5 maggio 1749 indisse il Giubileo che fu improntato a un profondo clima spirituale. Strettissimo fu il rapporto col predicatore francescano Leonardo da Porto Maurizio. Volle celebrare, per la prima volta nella storia della Chiesa, la Via Crucis al Colosseo, monumento che Benedetto XIV preservò dallo smantellamento progressivo (veniva utilizzato come cava di marmo) consacrandolo in quanto luogo di martirio dei primi cristiani. Vennero costruite quattordici edicole della Via Crucis e una croce illuminata fu collocata al centro del monumento. Fino al 1870 (breccia di Porta Pia) si celebrò quel rito al Colosseo per la Settimana Santa. Fu ripreso da papa Giovanni XXIII nel 1959 e poi dal 1964 in poi con papa Paolo VI.
Dopo diciotto anni di pontificato all’età di 83 anni fu colpito da un attacco di gotta è morì il 3 maggio del1758. Al momento della morte si dice che abbia pronunciato la famosa frase latina: «Sic transit gloria mundi», così passa la gloria del mondo ed abbia aggiunto «io ora cado nel silenzio e nella dimenticanza, l'unico posto che mi spetta».
Marcello Aguzzi