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"Gina", partigiana e maestra

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La commissione per la Toponomastica della Città di Nichelino ha approvato l’intitolazione della Sala consiliare di Piazza Camandona

a Domenica Saracco detta Gina (4 ottobre 1926 – 15 marzo 2020).

Ex partigiana, conosciuta a Nichelino per essere stata maestra elementare e poi impegnata in politica, prima donna assessore nella nostra città. Per ripercorrere i momenti più importanti della sua biografia abbiamo incontrato Giulio Giordano “Giulietto” uno degli ultimi partigiani viventi che è stato legato a Gina da una sincera e profonda amicizia fin dai tempi delle scuole superiori.

Per l’attività come partigiana riportiamo dal memoriale di Gina: “Nei primi mesi del 44 cominciai a conoscere i partigiani, ad avere timore per loro quando i tedeschi prima e i fascisti poi, iniziarono i rastrellamenti e le rappresaglie. Fui avvicinata da amiche perché aiutassi Erminio Comba e la sua banda che avevano bisogno di un collegamento fra la pianura e Prarostino per portare ordini, distribuire il nostro giornale ‘il Pioniere’, tenere contatti con le famiglie dei caduti, spostare armi velocemente quando erano necessarie azioni di disturbo improvvise, requisire grano e vitelli in pianura a Vigone e Cercenasco e trasportarli a Prarostino dove le bande venivano a ritirare quello di cui avevano bisogno. Tutto questo doveva essere fatto da qualcuno insospettabile ed io corrispondevo a questo ruolo, senza figure maschili in famiglia (ero orfana di padre) frequentavo l’ultimo anno delle magistrali a Pinerolo, dunque potevo muovermi senza destare sospetti.

Pochissimi erano a conoscenza del mio ruolo anche tra i partigiani di San Secondo e Prarostino”.

L’attività partigiana di Gina, molto intensa e varia, divenne spesso oggetto di perquisizioni e controlli. Entrò in stretto contatto con il gruppo clandestino di Pinerolo del Partito D’Azione - Giustizia e Libertà: Zaro, Bornia, Giolito, Verdi (Aldo Guerraz).

Dopo la liberazione il suo impegno proseguì nel Partito d’Azione, poi nel PSI.

Gina si diede all’insegnamento prima a Barge e poi a Nichelino. Abbiamo raccolto la testimonianza di Giovanna Picco: “Lei era la mia maestra, la signora che mi ha accolto in prima elementare nella scuoletta di Gorrette, frazione di Barge nell’ottobre 1957. Era elegante sobria severa, non indulgeva a nessuna tenerezza, ma attenta e giusta nei nostri confronti. Non l’ho mai vista mettere in castigo un alunno, eppure a quei tempi le punizioni anche corporali abbondavano. Con lei ho imparato a leggere, scrivere e a parlare l’italiano, io che parlavo solo il piemontese. Non aveva figli, ma ci portava un mazzolino di fiori da regalare alle nostre mamme nel giorno della loro festa. Quando in terza ha saputo che si sarebbe trasferita, ha chiamato mia mamma e le ha detto di far studiare me e mia sorella, perché secondo lei eravamo brave e sapeva che in campagna si pensava più al futuro dei figli maschi che alle femmine. Io di questo le sono sempre stata grata...”.

È altrettanto vivo il ricordo in Liliana Colombano, una delle prime allieve di Gina a Nichelino, nel 1961: “Bella. Alta. Austera direi. Elegante con i suoi tween-set e ancor più quando portava il golfino appoggiato sulle spalle. Capelli sempre in ordine e bellissimi cappelli. In un’epoca in cui le insegnanti portavano il grembiule lei era un’icona di stile e professionalità. Mi ha insegnato molte nozioni, ma soprattutto mi ha trasmesso VALORI: Libertà, Partecipazione, Patria nel suo significato più alto. Non ricordo particolari lezioni su questi argomenti; lei me li ha fatti vivere e “respirare”! Quella che sembrava una peregrinatio da un monumento all’altro in realtà era il suo modo di trasmettere ciò che aveva vissuto e per cui aveva combattuto. È così che l’inno di Mameli non è quello che si canta prima delle partite della Nazionale di Calcio, ma l’orgoglio di essere italiani liberi. Retorica? No! Esperienze che sono diventate parte integrante di me, anche se tutto ciò l’ho capito, elaborato ed interiorizzato anni dopo”.

Negli anni settanta (dal 5 settembre 1970 al 9 luglio 1975) Domenica Saracco fu eletta in Consiglio Comunale nelle liste del partito Socialista e ricoprì l’incarico di Assessore all’Assistenza nella Giunta PCI-PSI con sindaco Elio Marchiaro.

Consultando l’archivio comunale abbiamo trovato il verbale della seduta d’insediamento (5 settembre 1970) ed ecco un passaggio del suo primo intervento in Consiglio: “Noi socialisti vogliamo amministrare con i cittadini, partendo dai loro problemi, dalle loro aspirazioni e dalle loro rivendicazioni per trovare ad ogni necessità soluzioni possibili assieme ai cittadini stessi. Questo d’altronde non è che quello che le forze popolari protagoniste della resistenza intendevano per amministrazione democratica e che per tanti anni hanno atteso invano…”.

Raggiunto il pensionamento Gina torna a San Secondo nella cascina di famiglia. Dopo la morte del marito Aldo Lanteri, Gina si legherà ancora ad un partigiano: Archimede Modonese (Medino) partigiano e commissario di guerra della Brigata Germanasca di Giustizia e Libertà.

Rimasta nuovamente vedova nel 2005 si trasferì a Luserna San Giovanni, dove si è spenta nel marzo 2020.

Piera Rasetto