Carlo Berruti fu ucciso il 18 dicembre 1922 a Nichelino.
Nato a Torino nel 1881, era stato segretario del sindacato ferrovieri e consigliere comunale a Torino per il Partito Comunista d’Italia. Di idee anarchiche, aveva poi aderito al Partito Socialista e dopo la scissione di Livorno a quello Comunista. Era stato uno dei protagonisti del “biennio rosso”, prima dell’avvento del fascismo in Italia. Prelevato a forza mentre stava lavorando nel suo ufficio di corso Re Umberto a Torino, fu caricato su un’auto e assassinato in aperta campagna da un gruppo di squadristi fascisti guidati da Piero Brandimarte. Secondo alcune fonti il cadavere, crivellato di colpi, venne rinvenuto in un campo nei pressi di Stupinigi, secondo altri resoconti il campo si trovava vicino alla ferrovia, comunque in territorio di Nichelino. A Carlo Berruti nel dopoguerra il Comune di Nichelino intitolò una via, nella zona di via XXV Aprile, anche se su alcune mappe risulta la denominazione errata di “Giuseppe Berruti”.