14
Dom, Dic
97 New Articles

Nel mondo 1 cristiano su 7 è gravemente perseguitato

Inchieste
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

È stata presentata all’inizio dell’anno la World Watch List 2024, la lista dei primi 50 Paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo.

Il rapporto annuale dell’organizzazione Open Doors denuncia la crescita della persecuzione anticristiana e conferma la Corea del Nord come primo Paese persecutore.

L’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana. Salgono da 360 a oltre 365 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede. In un anno sono stati 4.998 i cristiani uccisi per cause legate alla fede. Tra i circa 100 Paesi monitorati aumenta la persecuzione in termini assoluti, con 78 Paesi (non più 76) con un livello almeno “alto” e salgono da 11 a 13 i Paesi con livello “estremo”. Per numero si sono registrati attacchi senza precedenti contro chiese (da 2.110 a 14.766). La Cina (al 19° posto) esporta il modello di persecuzione digitale, mentre aumenta la violenza in India (all’11° posto).

La Lista WWL - World Watch List è frutto di una ricerca sul campo condotta, oramai da 31 anni, da reti locali e ricercatori nazionali, esperti esterni e un team di analisti, per un totale di circa 4.000 persone coinvolte che stilano circa 2.500 pagine di report ogni anno. La ricerca abbraccia quattro tipologie di comunità cristiana: comunità di espatriati o di immigrati, Chiese storiche (come quelle cattoliche, ortodosse e protestanti tradizionali), comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali e tutti gli altri gruppi di cristiani che non sono inclusi nelle prime due categorie) e la comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo, spesso i più colpiti dalla persecuzione).

AUMENTO COSTANTE

La Wwl 2024 registra il più alto livello di persecuzione da quando viene pubblicata e conferma l’aumento costante degli ultimi anni. Tra i Paesi dove i cristiani sono più colpiti la Corea del Nord si conferma stabile al 1° posto. “I rimpatri forzati di fuggitivi nordcoreani da parte della Cina, uniti alla politica del regime nordcoreano di tolleranza zero per i cristiani, rendono impossibile vivere la fede cristiana in questo paese”, si legge nel rapporto. Nelle prime cinque posizioni ci sono tre nazioni fortemente islamiche: Somalia, Libia e Yemen. In questi paesi la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte. L’Eritrea è stabile al 4° posto, confermando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”, così come la Nigeria al 6°, confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo. Il Pakistan al 7° posto è stabile nella top 10 da molti anni. L’Iran scende al 9°, ma per effetto del maggior aumento di punti di chi lo precede. Stesso discorso vale per l’Afghanistan, che aumenta di 0,5 punti, ma scende al 10° posto: dopo l’avvento dei Talebani nel 2021, molti cristiani sono stati uccisi (tramite una vera e propria caccia all’uomo), una piccola parte è riuscita a nascondersi, mentre una grossa fetta è fuggita all’estero.

MODELLO CINESE

Il rapporto 2024 di Open Doors definisce “impressionante” il dato degli attacchi e/o chiusure/confische di chiese e strutture cristiane (ospedali, scuole e simili), soprattutto per effetto della strategia di oppressione della Cina (da sola oltre 10.000 casi). Dal 2016 ad oggi oltre 30.000 chiese sono state chiuse, confiscate o demolite in Cina. Il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri Stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo.

Questa pressione si esprime in una miriade di forme: discriminazione sul lavoro, non accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede, negazione del soccorso in caso di calamità, una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese e molto altro.

Pur nella difficoltà di raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi a causa della fede – in molti paesi le denunce sono rare, per ragioni culturali e sociali – la Wwl stima in 2.622 (erano 2.126 l’anno scorso) le vittime di stupri e abusi, a cui si sommano oltre 609 matrimoni forzati. Questi sono la punta di un iceberg ben più imponente. In Nigeria la violenza sessuale viene usata come arma per terrorizzare le comunità cristiane, così come in Burkina Faso, Congo DR, Camerun e Repubblica Centrafricana. Ma abusi si sono registrati anche in Siria, Pakistan, Arabia Saudita e India.

Non solo i massacri e i rapimenti, ma le oltre 14.000 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse, le oltre 27.000 attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una ‘Chiesa profuga’ che grida aiuto - commenta Cristian Nani, direttore di Open Doors - Un cristiano su sette patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede: è cruciale tornare a parlare di libertà religiosa nel dibattito pubblico”.

(Agenzia Sir)