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Non c'è legge oltre Nichelin City

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Sono parecchi i paesi in cui le amministrazioni comunali hanno deciso di installare gli autovelox.
Per lo più si tratta di colonnine arancioni di plastica che in realtà non sono l’autovelox vero e proprio, ma soltanto il contenitore dove può essere posizionata l’apparecchiatura che misura la velocità dei veicoli in transito scattando la fotografia della targa in caso di superamento dei limiti.

Non dappertutto però capita che il dispositivo in questione sia divelto o reso inutilizzabile, ancora prima di entrare in funzione. Ebbene, a Nichelino è capitato e le colonnine arancioni sono state vandalizzate nell’arco di quarantotto ore dall’installazione, in una sorta di raid teppistico “preventivo”.

Sui social si è scatenata la polemica e nell’occasione qualcuno ha persino citato l’incipit di una vecchia canzone di Gipo Farassino: “non c’è legge oltre Dodge City, non c’è Dio oltre il Sangon”. La frase a sua volta è una rilettura di una celebre battuta di un film western con John Wayne, nella canzone il nostro Sangone prende il posto del fiume Pecos ai tempi dei cowboys. A significare che in certi posti di frontiera non vige alcuna regola, se non appunto quella del far west.

A Nichelino l’autovelox può diventare per me un problema? E io lo distruggo...!

Gli ignoti autori del gesto hanno incassato su Facebook pure qualche complimento, ma la maggior parte dei commentatori per fortuna ha mantenuto posizioni un po’ più equilibrate. Come dire: se scassate gli autovelox, il danno per chi paga le tasse (… e talvolta le multe) è doppio, perché, dal momento che si è deciso di metterli, bisognerà aggiustarli o acquistarne dei nuovi.

Il costo aumenta e “io pago...!” L’autovelox controlla l’auto, la colonnina arancione è sorvegliata dalla telecamera che è visionata dal drone, che è guardata dal satellite… che al mercato mio padre comprò.

Per tornare ai post su Facebook, si contendono il campo due filoni di pensiero. Il primo propende verso la tesi che gli autovelox siano per i Comuni un espediente per fare cassa e che le multe si traducano di fatto in nuovi balzelli ai danni degli automobilisti. Si narra a proposito di ingegnosi trabocchetti, di segnaletica che appare all’ultimo momento, di pattuglie che tendono agguati… oppure che semplicemente non ci sono. Pensino piuttosto a riparare le buche – rincara la dose qualcuno - e a mettere qualche vigile in più, invece di tartassare chi usa l’auto per lavoro.

D’altro canto il filone di pensiero opposto sostiene che nei centri abitati la velocità delle auto è un problema e che troppi automobilisti se ne infischiano del codice della strada che pur è legge valida su tutto il territorio nazionale, approvata o bocciata a maggioranza come si usa in democrazia. Le tanto famigerate colonnine arancioni sono comunque un deterrente, anche se dentro la macchina fotografica non c’è. A questo punto nella diatriba social il difensore d’ufficio dell’autovelox cala l’asso: se non volete che il Comune faccia cassa sulle vostre tasche, basta rispettare i limiti di velocità, tanto con il traffico che c’è non pensiate di risparmiare chissà quanto tempo pigiando un po di più sull’acceleratore.

Altrimenti in ogni Comune ci si inventa le proprie regole, in barba alle leggi dello stato (.... non sarebbe questo il primo caso). Non c’è legge oltre Dodge City, non c’è Dio oltre il Sangon. E così si finisce per sfasciare gli autovelox.

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