Per tutelare la propria immagine anche Chiuto ha dovuto rivolgersi all’ordine costituito.
A Nichelino qualche mese fa ha querelato l’assessore Fiodor che lo aveva accusato di aver coperto il murales di un altro writer che a sua volta avrebbe sovrapposto il suo.
A Nichelino di muri Chiuto ne ha dipinti parecchi (… non sempre per la gioia dei legittimi titolari del muro), ma dice che lui questa volta proprio non centra. In effetti si capisce subito che lo stile non è il suo e l’opera è una grossolana imitazione. Di qui la denuncia per diffamazione.
Non si abbatta, perché anche Modigliani, con le sue famose teste, di imitatori ne ha avuti tanti.
Tuttavia secondo me, da profano di arte e di estetica, i murales si possano dividere in 3 categorie.
1) Alcuni (pochi) sono a tutti gli effetti opere d’arte.
2) Parecchi rappresentano immagini di forte impatto e di rottura. Finita la rottura, passata la moda e sbiaditi i colori, un buon numero di murales, prodotti da mano palesemente scarsa, è rapidamente destinato a scivolare nella categoria di cui al successivo punto 3.
3) Ossia, per dirla alla Fantozzi, questi ghirigori sono tranquillamente da ascrivere all’affollatissima tipologia delle ca*ate pazzesche. Anziché abbellire la città fanno crescere il degrado e il presunto talento resta solidamente confinato nell’immaginazione dell’autore.
Dunque è preferibile che certi slanci creativi siano tenuti a debita distanza da superfici verticali, pubbliche o private, a portata di vernice in bomboletta. La sedicente vena artistica potrà scorrere liberamente a casa propria sulle pareti, interne o esterne, avendo cura di scegliere le meno esposte.
Ci pensino Chiuto e l’assessore. E speriamo che riescano a mettersi d’accordo.
Civis 2