Nuovo passo in avanti nel processo di digitalizzazione della sanità.
Durante la pandemia si era introdotta la possibilità di ricevere le ricette via email mostrandole al farmacista tramite tablet o telefonino. In Piemonte da qualche settimana è possibile ritirare in farmacia i medicinali prescritti dal proprio medico, senza dover più consegnare la ricetta: è sufficiente fornire la tessera sanitaria.
Per utilizzare questo nuovo servizio è però necessario rendere consultabile da parte di un esternoil proprio Fascicolo Sanitario Elettronico. In questo modo il farmacista scelto potrà visualizzare le prescrizioni e procedere all'erogazione del farmaco.
Ma cos’è questo fascicolo elettronico?
È “una cartella virtuale” che raccoglie e rende disponibile sul web informazioni e documenti clinici del cittadino, in forma protetta e riservata. Contiene referti, lettere di dimissioni, verbali di pronto soccorso, prescrizioni e tutto il materiale che descrive gli eventi clinici. In pratica i pazienti possono avere la propria storia clinica disponibile in formato digitale, consultabile in ogni momento e sempre aggiornata, dal momento dell'attivazione del fascicolo fino all'ultimo evento sanitario.
Al Fascicolo Sanitario Elettronico il cittadino può accedere attraverso SPID (sistema pubblico identità digitale). Per non alimentare eccessivi ottimismi va detto che non di rado l’accesso si blocca o risulta temporaneamente non disponibile. Se non funziona al primo colpo, conviene non insistere per evitare inutili perdite di tempo, salvo che uno non sia appassionato di numeri verdi, call center e centralini intelligenti. Meglio provare tra un po' di tempo, in attesa che il sistema funzioni davvero.
Tra l’altro - e questo vale per tutti servizi della PA forniti tramite SPID – quando scade la password, e cioè ogni sei mesi, pure gli utenti che hanno una certa dimestichezza con l’informatica, rischiano una crisi di nervi.
Possibile che non si riesca a rendere questo benedetto SPID meno macchinoso?